Does Electromagnetic Hypersensitivity Originate from Nocebo Responses? Indications from a Qualitative Study
[Quando viene effettuato uno studio di qualità sulla EHS, l’EFFETTO NOCEBO viene SMENTITO.
Da notare quanto segue:
“Overall, symptoms appear before subjects start questioning effects of EMF on their health, which is not consistent with the hypothesis that IEI-EMF originates from nocebo responses to perceived EMF exposure.”
“In generale, i sintomi compaiono prima che soggetti inizino ad interrogarsi sugli effetti dei campi elettromagnetici sulla loro salute, il che non è coerente con l’ipotesi che la Intolleranza Ambientale Idiopatica attribuita ai Campi Elettromagnetici origini da risposte nocebo dovute a percepita esposizione ai campi elettromagnetici.”
Questo è un aspetto fondamentale, che da solo basterebbe a smentire chiunque parli di EFFETTO NOCEBO, facendo venire meno la necessità di produrre studi in merito alla questione.
E dalle storie di Elettrosensibilità che abbiamo raccolto, emerge chiaramente che i malati hanno iniziato ad avere problemi ben prima di scoprire a cosa fossero dovuti.
Non si tratta di sintomi, ma di segni (!), ergo di qualcosa di obiettivo e tangibile: disturbi endocrinologici con manifestazioni cliniche importanti, rash cutanei di varia natura, disturbi urinari gravi con infezioni urinarie ricorrenti, disturbi gastrointestinali, …, che hanno portato a trafile cliniche lunghissime datanti molti anni (in alcuni casi anche 20 o più!), prima che i diretti interessati iniziassero ad avere il sospetto della causa!
La scoperta della causa li ha poi portati ad allontanarsi dalle fonti di CEM che loro avevano individuato come responsabili e, cosa ancora più degna di nota, l’allontanamento ha portato ad una TOTALE regressione delle patologie di cui sopra, le quali immancabilmente si ripresentavano in caso di successive esposizioni.
Francamente, una somatizzazione può anche dissimulare una patologia neurologica, ma non è in grado di causare infezioni urinarie come la cistite emorragica, oppure ileo paralitico, eruzioni cutanee eritemato-papulose su base endocrinologica od allergica, tricodistrofia e caduta dei capelli, ecc.]
Bioelectromagnetics. 2016 Jan;37(1):14-24. doi: 10.1002/bem.21937. Epub 2015 Sep 15.
Article history
Received for review: 20 June 2015
Accepted: 3 September 2015
Published online: 15 September 2015 in Wiley Online Library
Conflict of interest: None.
Keywords
IEI-EMF; attribution process; causal reasoning; idiopathic environmental intolerance; illness narratives
ABSTRACT
Idiopathic Environmental Intolerance attributed to Electromagnetic Fields (IEI-EMF) is a condition in which symptoms are attributed to electromagnetic field (EMF) exposure. As electro-hypersensitive (EHS) people have repeatedly been observed, during provocation trials, to report symptoms following perceived rather than actual exposure, the hypothesis has been put forward that IEI-EMF originates from psychological mechanisms, especially nocebo responses. This paper examines this hypothesis, using data from a qualitative study aimed at understanding how EHS people come to regard themselves as such. Forty self-diagnosed EHS people were interviewed. A typified model of their attribution process was then elaborated, inductively, from their narratives. This model is linear and composed of seven stages: (1) onset of symptoms; (2) failure to find a solution; (3) discovery of EHS; (4) gathering of information about EHS; (5) implicit appearance of conviction; (6) experimentation; (7) conscious acceptance of conviction. Overall, symptoms appear before subjects start questioning effects of EMF on their health, which is not consistent with the hypothesis that IEI-EMF originates from nocebo responses to perceived EMF exposure. However, such responses might occur at the sixth stage of the process, potentially reinforcing the attribution. It remains possible that some cases of IEI-EMF originate from other psychological mechanisms.
Source/Fonte:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26369906
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