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Altro tentativo di incremento dei limiti di emissione

in allegato il comunicato stampa e la lettera inviata da A.P.P.L.E. (Associazione Per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog), ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente), A.I.E. (Associazione Italiana Elettrosensibili) e A.M.I.C.A. (Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e Ambientale), insieme ad altre Associazioni e Comitati, a parlamentari, governo ecc. a commento della bozza di decreto sull’aumento dei limiti di esposizione ai CEM RF.

link ai documenti

 

COMUNICATO STAMPA

LETTERA APPELLO

18/4/23: incontro tra il Coordinamento MCS e Consiglio Superiore di Sanità

 

Martedi 18 Aprile 2023 una delegazione delle sei Associazioni componenti il Coordinamento MCS

(Sarno L., Ass. Nazionale Riconoscimento MCS), Martellini R. (Associazione Umbria MCS), Difonte A. ( Delegata Ass. Italiana Elettrosensibili), Fava D. (Delegata Associazione MCS A.N.I.Ma.), Eugeni G. (Delegata Associazione Malati Ambientali) coadiuvata da due esperte, Prof. Daniela Caccamo e Prof. Lina Pavanelli

 

è stata ricevuta in audizione da un Gruppo di Lavoro della Sezione I del Consiglio Superiore di Sanità, presso la sede del Ministro della Salute in Lungotevere Ripa 1, Roma, in risposta ad una nostra richiesta d’incontro.

Il Gdl era composto dal Prof. Paolo Vìneis, presidente Sezione I, dal Dr. Stefano Moriconi, segretario tecnico
Sezione I, dal Prof. Vito Marco Ranieri, consigliere Sezione I, dal Prof. Renato Bernardini, vicepresidente
Sezione V e dalla Dr.ssa Erica Daina, Esperta per Malattie Rare dell’Istituto Mario Negri IRCCS.

Le Associazioni presentavano un documento contenente una breve descrizione della patologia e le
problematiche che essa provoca ai malati ed elencavano una serie di richieste, a partire dal riconoscimento,
ai LEA, alla formazione medica, ai protocolli di accoglienza, alle tutele lavorative, alla ricerca scientifica fino
al divieto dell’uso di prodotti profumati in ambienti pubblici e ospedalieri.

Le richieste erano sostenute da una serie di interventi delle esperte e dei componenti del Coordinamento
MCS, anche in risposta alle numerose domande del GdL.

In conclusione i componenti del GdL convenivano di mettere in atto un’agenda di lavori che possa venire incontro alle necessità dei pazienti.
A tale scopo chiedevano e ricevevano la collaborazione delle Associazioni dei malati per la fornitura di
informazioni su strutture, protocolli e di tutta la documentazione utile inerente la ricerca sulla patologia.

 

Il Coordinamento MCS ritiene che si sia realizzato un significativo passo avanti sul percorso del
riconoscimento della MCS con quanto ne consegue e soprattutto si augura che ne derivino vantaggi per la
vita e l’assistenza dei malati nel più breve tempo possibile.
Pertanto ringraziano il Ministro della Salute e il CSS per la convocazione e la volontà di venire incontro alle
richieste dei tanti malati e delle loro Associazioni e attendono l’attuazione dei provvedimenti auspicati.

Associazione Nazionale Riconoscimento MCS OdV
Associazione Umbria MCS OdV
Associazione MCS A.N.I.Ma. OdV
Associazione As.M.Amb.
Associazione Italiana Elettrosensibili
Associazione Obiettivo Sensibile OdV

Nuova vittoria al Tar in tema di 5G

Nuova vittoria al Tar in tema di 5G: accolto ricorso contro l’istallazione di un nuovo impianto di radio-trasmissione Iliad

bellissima notizia che arriva dall’Avv. Errichiello, professionista che è parte del ns Supporto Tecnico di AIE

Con sentenza pubblicata oggi, il Tar Napoli ha accolto il nostro ricorso contro la costruzione di un impianto radioelettrico.

vi rimandiamo direttamente alla sentenza e commnti dell’Avvocato

https://www.avvocatoelioerrichiello.it/2022/11/23/nuova-vittoria-al-tar-in-tema-di-5g-accolto-ricorso-contro-listallazione-di-un-nuovo-impianto-di-radio-trasmissione-iliad/

Storica sentenza della Corte di Appello di Torino

Una attenta analisi dell Arch Laura Masiero, Presidente di A.P.P.L.E. sulla sentenza della Corte di Appello di Torino

 

Buonasera a Tutti,

come avrete probabilmente letto sui maggiori quotidiani, è di venerdì u.s. la sentenza della Corte d’Appello di Torino (sezione Lavoro) che conferma l’elevata probabilità di nesso causale tra esposizione al telefono cellulare e insorgenza del neurinoma acustico in un Signore che era tecnico specializzato impiegato in una acciaieria. La sentenza conferma quanto deciso nel primo grado di giudizio e condanna  l’ Inail, ossia l’appellante, al risarcimento e al pagamento delle spese.
Siamo naturalmente molto contenti di questo esito  che ha le sue radici nel lavoro del Prof. Angelo Levis e nelle sue esemplari perizie. Lavoro che è stato raccolto e sviluppato con grande cura  dal consulente di parte (CTP) Prof. Daniele Rodriguez, supportato dalla revisione della recente letteratura  preparata  dalla Dott.ssa Fabia Del Giudice nostra vicepresidente. Essendo, per questioni di salute, privi di Angelo abbiamo fatto il possibile per dare una mano.
Grandissimi come sempre gli avvocati che seguono ormai da molti anni A.P.P.L.E. e i lavoratori esposti a radiofrequenze che hanno deciso di intentare  cause di lavoro attraverso l’Associazione e soprattutto tramite Angelo Levis: sono gli  Avv.ti.  Stefano Bertone,  Renato Ambrosio e Chiara Ghibaudo. dello Sstudio Ambrosio&Commodo di Torino. Davvero impagabili!
La nuova CTU disposta dal Giudice d’Appello era stata affidata al  Prof. Roberto Albera, specialista in Otorinolaringoiatria, Audiologia e Foniatria e Professore Ordinario in Otorinolaringoiatria presso l’Università di Torino.
Ricordiamo  brevemente la storia del paziente che a causa di un grave trama acustico con conseguente completa perdita dell’udito all’orecchio destro, utilizzava per parlare col cellulare l’orecchio sinistro. Il neurinoma ha causato la completa perdita dell’udito anche a sinistra e a seguito dell’intervento chirurgico anche il  deficit al nervo facciale di sinistra solo parzialmente regredito e ormai irreversibile. E’ stato stimato, anche in base alle testimonianze, un utilizzo del cellulare all’orecchio sinistro di almeno 3 ore al giorno nelle giornate lavorative e almeno 1 ora (sempre per lavoro) nei giorni non lavorativi. Ammettendo anche una ipotesi più prudenziale si parla, negli anni che vanno dal 1993 al 2008,  di un minimo di 10.361 ore ad un massimo di 13.687 ore.
Nella sua CTU il Prof. Albera spiega che sebbene i dati epidemiologici non siano omogenei, soprattutto perchè manca un registro di questi tumori, è certo un aumento di diagnosi negli anni ’90 e primi 2000 quasi sempre però correlato negli articoli clinici all’introduzione di più affidabili strumenti diagnostici (e lui ne ha operati oltre 200). Cita gli studi di Hardell e collaboratori come studi ben condotti  che suggeriscono come l’effetto oncogenetico appaia correlato alla durata di utilizzo, agli effetti di calore o modificazioni su geni e proteine. Le sue conclusioni : “Si conclude pertanto che, per quanto riguarda la genesi del neurinoma dell’VIII nervo cranico….non vi sia certezza ma elevata probabiità (probabilità qualificata) che l’utilizzo del telefono cellulare possa essere considerato come fattore concausale”, perchè il neurinoma è insorto omolateralmente all’orecchio utilizzato per telefonare, l’uso è di almeno 2,5 ore al giorno per 15 anni in particolare fino al 2005 con sistemi analogici e il periodo di latenza  è compatibile con quanto ricavabile dalla letteratura scientifica. Il CTU afferma che “le sue conclusioni sono tratte da studi sperimentali ed epidemiologici per i quali non sono mai emerse rilevanti osservazioni sulle modalità di studio,  a differenza di quanto invece si verifica negli studi che non dimostrerebbero tale innesco di causalità o concausalità.”
Uno dei punti che evidenzierei nella relazione è sicuramente questo. Stavolta non si fa riferimento tanto ai conflitti di interesse (che pure il CTU cita nell’ambito dell’ Interphone), come avvenuto in precedenti sentenze (un altro caso di Torino), quanto alla debolezza dei metodi utilizzati nei lavori, mentre i lavori condotti in modo esemplare da Hardell &c. non presentano difetti o biases nella loro costruzione. 
C’è una tesi invece nella relazione del Ctu che è criticabile: egli sostiene che le emissioni del nuovi smartphone sono anche 100 volte inferiori a quelle degli Etacs e Tacs (cioè i sistemi precedenti al Gsm): questo può essere in parte vero ma dobbiamo ricordare che ogni generazione di telefonia mobile  ha comportato  un incremento nell’utilizzo e nell’esposizione. L’enorme  quantità e complessità di informazioni trasmesse nell’unità di tempo è aumentata in funzione di una maggiore variabilità del segnale a cui le cellule del corpo umano non sono in grado di adattarsi. La variabilità è  elemento estremamente importante nell’induzione di effetti biologici (Panagopoulos 2019 ” Comparing DNA damage induced by mobile telephony and other types of man-made electromagnetic fields” – BioInitiative Report 2017-19) : potete trovare un ottima sintesi di ciò nel libro di Fabia Del Giudice “Smart Smog”.
Oggi sappiano che le esposizioni possono portare ad effetti di tipo biologico e sanitario (ad es. modifiche del DNA, tumori, importanti effetti neurologici)  a valori di campo elettrico molto bassi, largamente inferiori ai limiti di legge (anche italiani) e molto molto più bassi di quelli dei telefoni di prima e seconda generazione.
Dobbiamo sempre ricordare quanto sia necessaria la cautela nell’utilizzo dei dispositivi vicino al corpo, considerato, tra l’altro,  che le aziende mentono sul SAR dichiarato, come ha ampiamento dimostrato il Dott. Marc Arazi (Phonegate Alert).
Questa sentenza di Torino resta comunque una bella vittoria che speriamo sia stimolante per i giudici cui saranno sottoposti ricorsi simili  ma soprattutto  d’aiuto per altre  persone che mi stanno particolarmente a cuore e che, dopo sentenze di Appello negative che hanno dato ragione ad Inail, approderanno in Cassazione nei prossimi tempi.
Incrociamo le dita.
Cordiali saluti, Laura Masiero

Dal 1^ Marzo 22 è iniziata la raccolta firme per proposta legge popolare Europea sul STOP 5G

Da alcuni mesi  è stato avviato un progetto ECI (European Citizens Initiative) per la raccolta firma per una legge di azione popolare con il titolo
5G – Stay Connected but Protected.
Un gruppo di associazioni nordeuropee  – con leadership di quella danese di elettrosensibili -,  è riuscita a superare il primo importante scoglio, quello della approvazione  da parte della apposita commissione del Parlamento Europeo.
Alcuni riferimenti:
il sito che supporta la iniziativa è
https://signstop5g.eu/it    che come vedete è già stato tradotto in italiano.
Nel sito sotto SOLUZIONI trovate le proposte di interventi richiesti di produzione di direttive e/o regolamenti sui vari aspetti legati al 5G e a Internet delle cose:
  • protezione delle nostre  vite [ revisione dei limiti di esposizione sia nella vita comune che nel posto di lavoro,  coinvolgimento di esperti internazionali indipendenti per le valutazioni tecniche ambientali, cablare nel posti pubblici, sostegno alla creazione di zone a basso/nullo elettrosmog, attenzione alla fauna e alla flora]
  • protezione del nostro ambiente [inserire il 5G tra le tecnologie da sottoporre alla valutazione ambientale, ridurre l’enorme consumo di energia elettrica legata ai sistemi wireless presenti E FUTURI, moratoria al lancio di satelliti di telecomunicazione (5G), da sottoporre a valutazione di impatto ambientale]
  • protezione dei nostri dati. [valutazione dell’impatto di 5G e Internet delle cose sui diritti di protezione dei dati personali, ridurre il wireless nella acquisizione di dati personali per possibile interventi criminali, richiedere esplicito consenso individuale nel trattamento dei propri dati personali]
Come vedete è trattata la problematica a 360°!   Le richieste sono 23 e nel sito  trovate, per ognuna, dettagli sugli antefatti e sul ‘razionale’ con ampia documentazione scientifica e tecnica 
Il Progetto di atto legale è stato sviluppato da queste associazioni ed è un corposo documento di 72 pagine che abbiamo  provveduto a tradurre in italiano. Il documento è sicuramente molto ben fatto.  [Riportiamo qui il link al sito del Parlamento Europeo dove risiede la procedura formale  https://europa.eu/citizens-initiative/initiatives/details/2021/000009_it  e dove trovate la lista delle proposte di interventi legislativi, secondo richieste e format del P.E..]
Aggiungo il messaggio degli Organizzatori:
 – che ora siamo più di 20 paesi dell’UE che sostengono questa ECI – ne manca ancora qualcuno nella lista: https://signstop5g.eu/it/about-us/organisers
 – che abbiamo molte organizzazioni di supporto https://signstop5g.eu/it/supporters/supporting-organisations
 – qui gli scientists https://signstop5g.eu/it/supporters
 –  qui il materiale della nostra campagna che possono scaricare gratuitamente: https://signstop5g.eu/it/about-us/material
Bene!
Si richiedono un MINIMO  di 54.000 firme dall’Italia.

Ci sono DUE VIE per dare la propria adesione.

A)   La tecnologia ci viene fortemente incontro in quanto è possibile il voto digitale .

Quindi andando all’indirizzo https://eci.ec.europa.eu/021/public/#/screen/home   avrete la possibilità di dare il vs sostegno grazie allo SPID oppure riportando gli estremi del passaporto o la carta d’identità.

B) La via tradizionale: 

basta scaricare il modulo-firme che è qui reperibile , stamparlo, inserire i dati della carta d’identità, firmarlo e quindi si può o spedire allo indirizzo riportao nel modulo oppure scansionarlo ed inviarlo a vicepresidente@elettrosensibili.it

Cari amici questa è un’opportunità UNICA che non si è mai resa disponibile a tutti noi:  poter esprimere come cittadino europeo il proprio pensiero – con atto formale, legale – su questa tematica.     E’ la prima volta !!!          E’ la prima volta sia per l’Italia che per l’Europa.   Sta a noi tutti votare e promuovere l’iniziativa a tappeto a tutti i parenti, amici, conoscenti, contatti nei social media per votare.. Votare è semplice perché con lo SPID in poche decine di secondi si fa!  Volendo ci sarà anche il modulo cartaceo per la firma tradizionale (+ documenti di identità: procedura che verrà ufficializzata successivamente).
Intervista di Telecolor a Giorgio Cinciripini su questa iniziativa: https://youtu.be/Pw3O8boIbeQ   

Smart SMOG

FABIA DEL GIUDICE : “Smart SMOG”
disponibile da oggi sul sito ell’editore www.edizionisi.com e ordinabile in libreria
La diffusione planetaria della tecnologia wireless ci espone incessantemente alle radiazioni emesse da smartphone, tablet, smart meter, dispositivi Wi-Fi, stazioni radio base. La legge stabilisce i limiti di esposizione, ma tali limiti tutelano davvero la nostra salute?
Da più parti assistiamo alla riproposizione del paradigma “No Risk”, che ci tranquillizza ma non ci protegge, mentre nella nebbia dello Smart smog, destinata a farsi sempre più fitta, si aggira lo spettro di diverse patologie: malattie neurodegenerative, elettrosensibilità, insonnia, deficit di attenzione e memoria, calo della fertilità.
Numerosi organismi internazionali (come l’Agenzia Europea dell’Ambiente, il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa) sottolineano l’urgente necessità di ridurre l’esposizione umana alle radiazioni wireless, considerando come categorie a rischio bambini, ragazzi, donne incinte e soggetti elettrosensibili.
AIE DAL 2005

ELETTROSENSIBILITA’: LE CAUSE I SINTOMI,COME DIFENDERSI E PREVENIRE, webinar del Supporto Sanitario A.I.E.

La sera del 22 ottobre si è tenuto il primo webinar coordinato dalla Associazione Italiana Elettrosensibili, dal titolo: ” Elettrosensibilità, un approccio medico-diagnostico -terapeutico”. Un’esigenza attualissima visto il numero crescente di persone di ogni età che lamentano disturbi fisiologici correlati alle radiazioni emesse da diversificate sorgenti elettromagnetiche. La serata è stata introdotta dal presidente dott. Paolo Orio coordinato dal suo vice dott. Giorgio Cinciripini, per poi lasciare tutto lo spazio ai due medici dell’associazione, dott.ssa Nunzia Difonte e dott.ssa Anna Zucchero per trattare in modo più esaustivo possibile la complessa e vasta tematica. E’ emerso in modo chiaro che l’elettrosensibilità rappresenta una malattia ambientale sempre più soggetta ad incrementare nel tempo in rapporto alla diffusione crescente ed iperbolica nei nostri ambienti di vita quotidiani particolarmente delle tecnologie wireless (smartphone, cordeless, wi-fi, antenne di telefonia mobile…). L’elettrosensibilità non è una malattia recente basti pensare che il più noto elettrosensibile della storia è Nicola Tesla, siamo alla fine dell’800. Numerose poi le segnalazioni  che risalgono verso la metà del secolo scorso per quei militari appartenenti al blocco dell’ex Unione Sovietica  che erano esposti ai sistemi radar: i report medici di allora riferivano della così detta “malattia da onde radio”. Si giunge agli anni ’90 con l’irruzione dei sistemi di telefonia mobile (cellulari e relative antenne) ed un corrispettivo aumento di disturbi correlati per la popolazione esposta. Cefalea, emicrania, disturbi del sonno, disturbi della concentrazione, acufeni, tachiaritmie, rash cutanei rappresentano i principali sintomi correlati alla sindrome, variano molto per intensità, frequenza e durata sino a giungere per alcuni casi di  persistenza e  gravità ad un livello di sovvertimento totale della qualità e dello stile di vita in chi ne è afflitto (come riporta anche  L’organizzazione Mondiale della Sanità). Ritiro sociale, abbandono della propria abitazione, perdita degli affetti più cari e del lavoro sono le dirette e drammatiche conseguenze. Nonostante la Svezia, con il Canada, riconosca l’elettrosensibilità come disabilità e le storiche Risoluzioni del Parlamento Europeo (2009)  e del Consiglio d’Europa (2001) richiamino gli stati membri ad un sollecito riconoscimento, purtroppo L’organizzazione Mondiale della Sanità non ha ancora riconosciuto l’elettrosensibilità come entità nosologica determinando un grande vuoto per il sostegno e presa in carico a livello di sistemi sanitari nazionali per una non risibile fascia della popolazione. Infatti le stime epidemiologiche evidenziano come almeno il 3% della popolazione mondiale ne possa essere affetta. Si tratta pertanto di milioni di persone di ogni età. In Italia grazie alla presenza nella associazione  di un team di medici preparati e competenti, con l’ausilio di un originale protocollo diagnostico terapeutico, si è comunque in grado di supportare le numerosissime richieste di aiuto attraverso una presa in carico  che sfocia spesso nel rilascio di certificati medici in grado di garantire dignità a malati dimenticati ma anche  tutela in ambito lavorativo. La folta partecipazione di malati e persone interessate, tramite i canali social della associazione ha permesso poi l’avvio di un proficuo dialogo e scambio su tutti gli aspetti inerenti l’elettrosensibilità, con il puntuale e preciso supporto da parte del team medico. Si è potuto ricordare inoltre l’avvio di un importante protocollo di ricerca in collaborazione con l’Università di Cagliari e l’Ospedale Bellaria di Bologna finalizzato ad individuare importanti marcatori biologici finalizzati al riconoscimento della malattia.

Grande è stata la soddisfazione da parte di tutti i partecipanti, ma soprattutto dei malati incoraggiati e sostenuti nelle loro aspettative. L’Associazione Italiana Elettrosensibili, continuerà certamente a dialogare attraverso i social con ulteriori webinar che di volta in volta prenderanno in considerazione differenti tematiche. Dal come attuare efficaci misure di protezione personale al supporto psicologico.

Per chi volesse entrare in contatto con l’associazione e conoscere maggiormente la tematica si può fare riferimento al seguente link: www.elettrosensibili.it