Le manifestazioni biologico-sanitarie causate dalla esposizione ai Campi Elettromagnetici includono elettrosensibilità ed ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici, malattie neuro-degenerative e cancro.
L’ipersensibilità ai campi elettromagnetici, è una delle molte manifestazioni biologico-sanitarie causate dalla esposizione ai CEM.
Nella maggior parte dei malati i segni e sintomi sono molto simili, seppur di diverso livello di gravità, e regrediscono con l’allontanamento dai CEM per ripresentarsi ad una successiva esposizione.
I più frequenti sono cefalee, insonnia o sonno non ristoratore, debolezza e facile esauribilità fisica, riduzione della memoria e deficit di concentrazione, dolori localizzati o diffusi tipici di una sindrome simil-influenzale, eruzioni cutanee (più spesso a tipo rash eritematoso specialmente al volto), disturbi uditivi (tinnito a tipo ronzio, sibilo o fischio, continuo o discontinuo), visivi e dell’equilibrio, alterazioni del tono dell’umore e del carattere, aggressività od apatia, sbalzi pressori che possono causare sanguinamenti nasali, palpitazioni cardiache che simulano uno stato d’ansia o di inquietudine.
Sergio Crippa
tel. 02 6431425 //
11 Comments
Salve,
vorrei sapere se tutti quegli “aggeggi” di biorisonanza o altro tipo, che dicono di aiutare a non avere problemi con l’elettromagnetismo secondo voi sono attendibili? anche perchè costano anche tanto.
Grazie per la risposta,
Enza Brescia
Purtroppo non vi sono riscontri oggettivi.L’elettrosensibilità è una malattia ambientale deinamica e non lineare.Ogni soggetto risponde diversamente alle sollecitazioni elettromagnetiche.Il rischio che si corre ,in questo caso, è spendere soldi inutilmente.Il migliore rimedio è l’evitamento ove e quando possibile.
Ritengo di essere un soggetto elettrosesibile in quanto da sempre stando vicino ad un computer anche se spento mi viene una forte emicrania e di conseguenza mi si alza la pressione sanguigna.
Gent.mo quello che descrivi può essere ascritto ad uno stato di elettrosensibilità. Consiglio una visita dai nostri medici specialisti di patologia. Dott.ssa Difonte e dott.ssa Zucchero che trovi nel sito nella sezione contatti. Una possibile soluzione, se proprio non riesci ad abbondare il computer,potrebbe essere quella di dotarsi di una dock-station su cui appoggiare il pc e poi derivare i cavi per video,tastiera,mouse ad una distanza la più significativa possibile.
Buon giorno, sono Onofrio di anni 59 e lavoro in una sala ACCM.
Le descrivo quanto segue: dal 18 dicembre 2016 ci hanno cambiato di ufficio movimento in una sala di 80 mq circa con solo 2 porte, senza finestre, senza ricambio d’aria, 24 ore luce artificiale, monitor tv, pc e stampante sempre accesi in funzione + wi fi.
Al momento dell’insediamento in questa sala erano presenti; n° 18 pc – 38 tv monitor – 4 stampanti – 3 condizionatori più altre apparecchiature elettroniche nel locale adiacente.
Solo nel mese di ottobre 2017 hanno messo un riciclo aria e spostati 10 pc in locale attiguo dopo mesi di reclami.
I miei problemi iniziano a farsi vivi con tanta insistenza sin dal mese gennaio 2017 con acutizazzione di asma bronchiale e stretta alla gola con riduzione della voce a sibilo. Quindi da questo momento in poi la mia presenza in servizio e alternata da malattia – ferie e sofferenza bronchiale e sotto sorveglianza medica reparto pneumologica del cattinara, con assunzione di cortisone e inalazione di Foster da più di un anno.
Il medico competente della struttura, non ammette che io possa essere soggetto ad una forma di malattia procurata dalla esposizione in questo ambiente di lavoro. Il mio problema è che entrando a lavorare li dopo 15′ circa ho bisogno di andare all’aria pura esterna lo stesso mi succede quando mi trovo in centri commerciali con aria riciclata e negozi di rivendita apparati tv, elettronica, sento odore classico dei laboratori di elettronica, setto nasale secco e inizia costrizione alla gola con tosse e mancanza d’aria.
Desidero un suo giudizio e a chi posso rivolgermi per risolvere e farmi riconoscere questo tipo di malattia.
Grazie.
Caro Onofrio,
ti consigliamo di prendere contatto con la ns Drsa. Difonte (trovi i riferimenti nel sito) che è medico del lavoro ed è in grado di rilasciarti una attestazione con la quale puoi aprire una vertenza con il tuo datore di lavoro.
Giorgio
Buongiorno,
Sarò breve: ho sempre manifestato una sensibilità all’orecchio (dolore interno) usando il cellulare x cui faccio sempre uso di viva voce o, se impossibilitata perché in luogo pubblico, di auricolari. Da qualche tempo mi sono accorta che la cosa succede anche in presenza di connessione blue toot e WiFi.
Da 15 giorni hanno installato la rete WiFi nel mio ufficio ( sono impiegata c/o d’ufficio risorse umane di un azienda in Friuli, per cui sono tutto il giorno sul PC). Immediatamente ( e dico immediatamente perché mi sono accorta che avevano messo la connessione dai sintomi prima che venisse ufficialmente comunicato) ho iniziato ad avere forte dolore alle orecchie che ha portato a dolore dietro alla testa, sensazione come di avere la febbre. Inoltre dopo 15 giorni di esposizione continua mi accorgo di avere acchito la sensibilità, ovvero di avere avuto un effetto accumulo per cui ora mi diventa pontezialmente fastidioso anche un elettrodomestico in funzione.
Sono a chiedere consiglio su come fare per chiedere alla mia azienda di spegnere la connessione WiFi visto che di fatto lavoriamo via cavo.
Vi ringrazio
Buongiorno sono Paola. Racconto in breve la mia storia che più che altro è un incubo
un incubo nel quale sono entrata a gennaio di quest’anno, quando all’improvviso ho incominciato a sentire una specie di corrente che mi attraversava il corpo, quando avevo in mano il cellulare stavo male (sentivo come se la corrente passasse dal cellulare alla mano al braccio al corpo…..
Ignara di cosa fosse un’onda elettromagnetica o una bassa/alta frequenza ho incominciato a cercare di capire cosa avessi. La notte non dormivo più, andavo in fibrillazione , un “frullio” interno mi tormentava e mi tormenta , ecc ecc. Capivo però , e in tal senso facevo delle prove di verifica, che il malessere aumentava quando mi trovavo sulla linea del wifi dei miei vicini (a casa mia non ce l’ho)
Insomma all’aria aperta sto bene, in ufficio dove ci sono pc col cavo sopravvivo (perchè anche la bassa frequenza dell’impianto elettrico mi da fastidio) in casa mia e in casa dei miei parenti “avverto” le onde ad altra frequenza, che mi fanno stare male. Insomma ho capito di essere elettrosensibile, e soprattutto ho capito che la gente (anche medici) ti prendono per matta (infatti ora non ne parlo più con nessuno a parte i miei familiari che pure si sentono impotenti……)
in breve
1) medico di base : analisi, gastroscopia ecc e tutte negative e diagnosi : una depressione latente
no non mi sento depressa, casomai è questa condizione che mi sta mandando in depressione , dicevo.
2) leggo su internet una marea di cose, cerco di capire, mi imbatto nel prof. Genovesi (visita dal prof. Genovesi)
3) compro una tuta schermante
4) compro tende schermanti
ad oggi, a parte un leggero sollievo, con questi accorgimenti, la mia vita è un incubo …….
ho cambiato alimentazione e stile di vita (anche se già da prima ero attenta a queste cose) ma nonvedo grandi risultati
scusate se sono stata un po disordinata nel racconto, ma vorrei dire tremila cose…..
vi chiedo solo di aiutarmi con qualche consiglio in più quantomento per alleviare le mie sofferenze
Grazie.
dimenticavo ho preso appuntamento al policlinico umberto primo per le malattie rare.
Ciao, Paola.
Abbiamo capito benissimo il racconto, perché la tua storia è simile a quella di tanti altri Elettrosensibili.
Ti consigliamo di telefonare di sera dopo le 19:00 al nostro vice-presidente Paolo Orio (il cui numero puoi trovare nella sezione dedicata ai Contatti), in quanto sono molte le cose da dire e, tra l’altro, questo ti dà la possibilità di interagire più agevolmente ponendo domande su ciò che maggiormente ti cruccia.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
sono un ragazzo probabilmente elettrosensibile: non mi sono ancora mosso per un accertamento medico, se mai sia possibile, ma soffro in particolare di lievi emicranie e soprattutto difficoltà ad addormentarsi, in generale, ma soprattutto in presenza di emissioni radio e campi elettromagnetici.
Nel mio condominio è stata deliberata l’installazione delle nuove valvole e ripartitori, forniti dall’impresa Teisa.
Ho fatto qualche domanda sul sistema di trasmissione (onde radio) e sulla presenza o meno della rete wireless a prescindere dall’effettiva trasmissione in un dato momento (quello che accade con una rete wi-fi ad esempio). Mi è stato detto che la comunicazione (con relativa emissione) è presente solo in due casi:
1) alla parametrizzazione, fatta una volta sola nella vita del sensore dagli addetti, che passano tra i pianerottoli;
2) una volta alla fine delle stagioni termiche, quindi quando arrivano a casa gli addetti.
Quindi, da ciò che han detto, l’emissione sembrerebbe non essere continua. Tuttavia, il ripartitore ha anche una normale attività elettromagnetica nel calcolo della temperatura e, se ho ben capito, potrebbe comunicare alla centralina (quindi un altro, raro, caso di emissione) in caso si superi una certa temperatura (tipo 25°) che loro impostano. Alla luce di tutto ciò mi chiedo che problemi potrei avere in particolare avendo un termosifone in camera da letto e se vi sono alternative non elettroniche (ad esempio ad evaporazione) permesse dalla legge.
Tenete conto che non tengo abitualmente apparecchi elettronici in camera di notte e cerco di non stare al pc la sera per i motivi di cui sopra.
Grazie mille per le risposte.
Cordiali saluti,
Luca Marconi
Gent.mo Luca,
grazie per averci contattato.
Indubbiamente il tuo quesito è molto interessante, anche in virtù del fatto che il processo di implementazione dei ripartitori di calore e degli smart meter sembra essere irreversibile.
Purtroppo abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da soggetti che con questi apparecchi si sono sensibilizzati ai campi elettromagnetici in alta frequenza.
Non posso dirti a priori cosa potrebbe accadere in termini di salute alla tua persona.
Ma se già ti definisci elettrosensibile, un rischio lo vedo.
Poi tieni conto anche degli altri segnali wireless che possono arrivare al tuo domicilio, come per esempio quelli emessi dai wi-fi dei vicini e dai ripetitori della telefonia mobile.
Ci piacerebbe avere un tuo contatto e-mail per aggiornarti con le prossime news-letter che inoltreremo come Associazione.
Un caro saluto,
Paolo Orio, vice-presidente A.I.E.
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Dott. Paolo Orio
Presidente AIE, medico veterinario, relatore in eventi e convegni scientifici, rapporti con la stampa.
Dott.ssa Nunzia Di Fonte
Medico di base e medico del lavoro, specialista in medicina ambientale.
Dott.ssa Anna Zucchero
Medico internista e medico del lavoro, master in medicina ambientale clinica.
Giorgio Cinciripini
Biochimico, ha lavorato in multinazionali con ruolo gestionale. segue i rapporti internazionali, la raccolta fondi e il controllo di gestione.
Prof.ssa Stella Conte
Esperta nelle Scienze Cognitive presso Università di Cagliari
Prof.ssa Daniela Caccamo
Dirigente Biologa, Impegnata nella ricerca di 'biomarker' utili per la diagnostica della elettrosensibilità
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