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Appello di Legambiente e di AMICA contro l’incremento dei limiti espositivi

Legambiente: “Insensato innalzare i limiti elettromagnetici, per digitalizzare il Paese bastano gli attuali 6 V/m.

Al Governo e alle Commissioni torniamo a chiedere un Tavolo di Lavoro per ragionare insieme sulle possibili strategie da mettere in campo, raggiungendo gli obiettivi di digitalizzazione, mettendo in primo piano la salute dei cittadini e delle cittadine, a partire dalle fasce di popolazione più sensibili”

In arrivo – all’inizio della prossima settimana – in uno dei prossimi Consiglio dei Ministri, una norma per innalzare i limiti elettromagnetici dagli attuali 6 V/m a 24 V/m. Una scelta pericolosa e insensata quella che si appresta a prendere il Governo Meloni su cui Legambiente torna ad esprimersi, denunciandone minacce e zone d’ombra.

“Continuiamo a ripeterlo con forza da anni: non esiste nessun motivo per innalzare il valore di attenzione per i campi elettromagnetici generati dalle alte frequenze se non quello economico da parte dei gestori delle telecomunicazioni che intendono, dopo aver acquistato le licenze per il 5G, risparmiare sui costi delle infrastrutture – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente -. Quella che si appresta a prendere il Governo Meloni è una scelta insensata che accontenta le richieste di parte dell’industria del settore e di Asstel, ma che si rivela potenzialmente pericolosa per la salute della popolazione, considerando che le ultime ricerche mettono ben in evidenza come gli attuali 6 V/m siano cautelativi. Al Governo e alle Commissioni torniamo a chiedere, insieme alle 95 realtà della Rete 6 V/m, non solo di mantenere inalterati gli attuali limiti, ma di aprire un Tavolo di Lavoro e di confronto per ragionare insieme sulle possibili strategie da mettere in campo, raggiungendo gli auspicabili e fondamentali obiettivi di digitalizzazione, mettendo in primo piano la salute dei cittadini e delle cittadine, a partire dalle fasce di popolazione più sensibili”.

“4 miliardi di euro – aggiunge Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente – questo il valore che il Governo Meloni ha deciso di dare alla salute della popolazione che vive nel nostro Paese con la scelta irrazionale che si prepara a prendere. Per una volta che l’Italia poteva vantarsi di una normativa avanzata, cautelativa ma in grado di far sviluppare il 5G senza mettere a rischio la salute della popolazione, facciamo un passo indietro per soli 4 miliardi di euro. Siamo basiti soprattutto perché ci si affida a valutazioni scientifiche di un solo soggetto, l’ICNIRP, che la stragrande maggioranza del mondo scientifico, e non solo, valuta vetuste, visto che hanno più di 25 anni e che prendono in considerazione solo gli effetti termici, e non quelli biologici. Il Governo Meloni fermi subito questa proposta e si sieda ad un tavolo di confronto e di lavoro”.


 

Appello degli Scienziati per la sicurezza elettromagnetica

 

Comunicato stampa: Roma, 4 agosto 2023

 

Oltre 50 scienziati esperti di effetti biologici dei campi elettromagnetici hanno firmato in sole 48 ore un appello rivolto al Governo Italiano per chiedere di adottare limiti di legge adeguati a proteggere la salute della popolazione.

“Abbiamo deciso di scrivere questo appello appena saputo che il Governo stava valutando un aumento dei limiti di legge per la radiofrequenza per promuovere lo sviluppo della rete 5G”, dichiara il Dott. Fiorenzo Marinelli, già ricercatore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerca di Bologna. “Un aumento dei limiti sarebbe una scelta del tutto irrazionale e pericolosa per la salute pubblica, visto che la ricerca scientifica ha dimostrato che gli attuali standard di sicurezza sono inadeguati.”

 

In Italia la legge sui campi elettromagnetici prevede tre limiti:

  • Il limite massimo di 20 V/m (mentre gli standard internazionali promossi dall’ICNIRP è di 61 V/m);
  • Il valore di attenzione di 6 V/m per le aree dove la popolazione soggiorna più di quattro ore, come le abitazioni e i luoghi di lavoro;
  • Il limite di qualità per proteggere fasce più vulnerabili della popolazione che è sempre 6 V/m perché all’epoca il legislatore presumeva che il valore di attenzione fosse già sufficientemente cautelativo.

 

“Da almeno vent’anni la ricerca scientifica ha chiarito che è 0,6 V/m il limite adeguato a prevenire gli effetti a lungo termine dell’esposizione alle radiazioni da radiofrequenza”, continua ancora il Dott. Marinelli. “Gli standard internazionali considerano sicuro il limite di 61 V/m, ma questo tutela solo dagli effetti acuti dei campi elettromagnetici, ovvero dal riscaldamento da essi prodotti.”

“Bisogna tenere conto della mole di studi che dimostrano gli effetti non termici della radiofrequenza, compreso l’effetto cancerogeno che si osserva nei forti utilizzatori dei cellulari e nella popolazione più esposta alle antenne”, dichiara il Dott. Livio Giuliani, già dirigente di ricerca ISPESL/INAIL e portavoce della Commissione Internazionale per la Sicurezza Elettromagnetica (ICEMS).

Il limite di 0,6 V/m è stato proposto per la prima volta nel 2000 dalla “Risoluzione di Salisburgo”, a conclusione di un convegno a cui hanno partecipato sia il Dott. Marinelli che il Dott. Giuliani.[1]  Lo stesso limite è stato poi ribadito da diverse risoluzioni di scienziati indipendenti.[2],[3],[4],[5]

Nel 2011 il Consiglio d’Europa ha concluso all’unanimità con la Risoluzione 1815 che bisogna adottare immediatamente il limite di 0,6 V/m e puntare sul lungo termine alla riduzione delle radiazioni fino alla soglia di 0,2 V/m.[6]

“A chi conviene davvero questo aumento dei limiti di legge per la radiofrequenza?”, continua il Dott. Livio Giuliani. “Lo sviluppo delle reti 5G rappresenta un enorme potenziale di sviluppo per la piccola e media impresa italiana di elettronica, di telecomunicazioni e di impiantistica civile che sarebbero chiamate dalle multinazionali a realizzare una pianificazione e corretta installazione di nuove antenne sul territorio per far rientrare le emissioni elettromagnetiche nel limite attuale di 6 V/m.”

Con l’aumento dei limiti della radiofrequenza ambientale le multinazionali potrebbero installare nuove antenne e antenne più potenti sui siti attuali, con un risparmio stimato di circa 1,3 miliardi di Euro ciascuna. Le multinazionali licenziatarie dei servizi di telefonia mobile in Italia sono tutte straniere: TIM è francese, Vodafone è inglese, Wind 3G è di Hong Kong, Iliad è francese e Fastweb è svizzera.

“L’aumento dei limiti, quindi pone non solo un problema di salute pubblica, ma anche una seria questione di opportunità economica – denuncia il Dott. Giuliani – perché distoglierebbe un giro di affari dal mercato interno italiano per andare a costituire profitti per società estere.”

“Le radiazioni della tecnologia 5G, inoltre, non è stata sufficientemente studiata e diversi lavori già oggi concludono che servono limiti più cautelativi per proteggere da questo tipo di radiazioni che sono fortemente pulsate e polarizzate.”

“Oltre alla salute dell’Uomo, siamo preoccupati per i rischi che l’aumento della radiofrequenza ambientale comporterebbe sulla biodiversità e anche sui consumi energetici”, continua il Dott. Marinelli. “Studi hanno dimostrato che le radiazioni wireless comportano un consumo molto più elevato delle comunicazioni via cavo; quindi sarebbe molto più razionale investire sulle reti cablate per far arrivare la fibra ottica in ogni edificio del nostro Paese. Lo sviluppo della tecnologia delle reti senza fili non può in ogni caso prescindere dalla tutela dei valori primari della salute pubblica e dell’ambiente.”

“Abbiamo voluto inserire alcune pubblicazioni dei firmatari dell’appello proprio perché i politici possano rendersi conto che la richiesta di abbassare i limiti di legge arriva da scienziati con una vasta esperienza sul campo”, conclude il Dott. Marinelli.

Hanno sottoscritto l’appello scienziati di primo piano come l’oncologo svedese Lennart Hardell che ha pubblicato decine di studi sul rischio cancerogeno dei cellulari e delle relative antenne, il professore emerito Henry Lai dell’Università di Washington, editor della rivista Bioelettromagnetics e l’ex direttore dell’Agenzia Europea per la Protezione Ambientale, il Prof. David Gee.

 

 

Ufficio stampa:

Dott.ssa Francesca Romana Orlando

Giornalista professionista

[1] https://www.icems.eu/docs/resolutions/Salzburg_res.pdf

[2] Risoluzioni della Commissione Internazionale per la Sicurezza Elettromagnetica: https://www.icems.eu/resolution.htm

[3] Rapporto del Gruppo Bioinitiative: https://bioinitiative.org/

[4] London Resolution: https://pdf.sciencedirectassets.com/271172/1-s2.0-S0928468009X00039/1-s2.0-S0928468009000662/main.pdf

[5] Seletun Resolution:  https://www.iemfa.org/seletun-statement/

[6] https://assembly.coe.int/nw/xml/XRef/Xref-XML2HTML-en.asp?fileid=17994

 

E’ nata E.S.C. !

Trasmettiamo il comunicato stampa .

La nuova organizzazione ombrello Europeans for Safe Connections mira a ridurre l’inquinamento da campi elettromagnetici

 

Siamo molto lieti di annunciare che Europeans for Safe Connections è ora ufficialmente registrata come VZW (Associazione senza scopo di lucro) in Belgio.

Europeans for Safe Connection (ESC) – è un’organizzazione ombrello che intende riunire tutte le organizzazioni e le parti interessate in Europa, dedicate alla riduzione dell’inquinamento da campi elettromagnetici, al miglioramento delle conoscenze sugli effetti sulla salute delle radiazioni EMF provenienti da dispositivi wireless e dalla rete elettrica, sui diritti delle persone affette da EHS, oltre a educare le persone su come proteggersi dalle radiazioni EMF.

Abbiamo già aperto le porte al Parlamento europeo essendo al centro di un workshop che si è tenuto  il 7 febbraio 2023, organizzato dalla parlamentare  europea Michèle Rivasi.

Qui potete vedere una breve versione del workshop, in cui il presidente Rob van der Boom presenta gli obiettivi per il progetto “Europeans for Safe Connections”: https://www.youtube.com/watch?v=GrBNp_sWBkA

 

La nostra intenzione è quella di continuare a spingere politicamente nell’UE e in tutti i Paesi europei per proteggere gli esseri umani, animali e piante dall’inquinamento da campi elettromagnetici.

Il lavoro iniziato con il progetto Stop 5G – Stay Connected but Protected continua sotto l’egida dell’ESC. Ma anche con la collaborazione con Phonegate, le risposte alle consultazioni sulla politica dell’UE, l’attenzione a fermare le antenne mobili, il networking internazionale, ecc.  Questo è anche il motivo per cui le nostre piattaforme di social media si stanno trasformando da

 

 

C’è già un forte sostegno da parte di molte organizzazioni   in Europa e a livello internazionale e non vediamo l’ora di entrare in contatto con un numero ancora maggiore di organizzazioni, in modo che tutti i Paesi d’Europa siano rappresentati.


 

Aggiungiamo che Associazione Italiana Elettrosensibili è membro fondatore di ESC grazie alla partecipazione ai lavori preparatori iniziati oltre un anno fa. Il ns Vice Presidente fa parte anche del Consiglio Direttivo di ESC.

 

Altro tentativo di incremento dei limiti di emissione

in allegato il comunicato stampa e la lettera inviata da A.P.P.L.E. (Associazione Per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog), ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente), A.I.E. (Associazione Italiana Elettrosensibili) e A.M.I.C.A. (Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e Ambientale), insieme ad altre Associazioni e Comitati, a parlamentari, governo ecc. a commento della bozza di decreto sull’aumento dei limiti di esposizione ai CEM RF.

link ai documenti

COMUNICATO STAMPA

LETTERA APPELLO

 

qui di seguito CINQUE  importanti contributi della Drsa Fabia Del Giudice, Consigliere di  AI.E.:

COS’E IL 5G? 

LINEE GUIDA ICNIRP E CONFLITTI D’INTERESSE

RADIOFREQUENZE E CANCRO

ELETTROSENSIBILITA’

STAZIONI RADIOBASE

 

4 agosto 2023

Altri comunicati stampa:  link 

 

Intervista a Paolo Orio di Telecolor https://www.telecolor.net/2023/08/ipotesi-di-innalzamento-dei-limiti-elettromagnetici/

Storica sentenza della Corte di Appello di Torino

Una attenta analisi dell Arch Laura Masiero, Presidente di A.P.P.L.E. sulla sentenza della Corte di Appello di Torino

 

Buonasera a Tutti,

come avrete probabilmente letto sui maggiori quotidiani, è di venerdì u.s. la sentenza della Corte d’Appello di Torino (sezione Lavoro) che conferma l’elevata probabilità di nesso causale tra esposizione al telefono cellulare e insorgenza del neurinoma acustico in un Signore che era tecnico specializzato impiegato in una acciaieria. La sentenza conferma quanto deciso nel primo grado di giudizio e condanna  l’ Inail, ossia l’appellante, al risarcimento e al pagamento delle spese.
Siamo naturalmente molto contenti di questo esito  che ha le sue radici nel lavoro del Prof. Angelo Levis e nelle sue esemplari perizie. Lavoro che è stato raccolto e sviluppato con grande cura  dal consulente di parte (CTP) Prof. Daniele Rodriguez, supportato dalla revisione della recente letteratura  preparata  dalla Dott.ssa Fabia Del Giudice nostra vicepresidente. Essendo, per questioni di salute, privi di Angelo abbiamo fatto il possibile per dare una mano.
Grandissimi come sempre gli avvocati che seguono ormai da molti anni A.P.P.L.E. e i lavoratori esposti a radiofrequenze che hanno deciso di intentare  cause di lavoro attraverso l’Associazione e soprattutto tramite Angelo Levis: sono gli  Avv.ti.  Stefano Bertone,  Renato Ambrosio e Chiara Ghibaudo. dello Sstudio Ambrosio&Commodo di Torino. Davvero impagabili!
La nuova CTU disposta dal Giudice d’Appello era stata affidata al  Prof. Roberto Albera, specialista in Otorinolaringoiatria, Audiologia e Foniatria e Professore Ordinario in Otorinolaringoiatria presso l’Università di Torino.
Ricordiamo  brevemente la storia del paziente che a causa di un grave trama acustico con conseguente completa perdita dell’udito all’orecchio destro, utilizzava per parlare col cellulare l’orecchio sinistro. Il neurinoma ha causato la completa perdita dell’udito anche a sinistra e a seguito dell’intervento chirurgico anche il  deficit al nervo facciale di sinistra solo parzialmente regredito e ormai irreversibile. E’ stato stimato, anche in base alle testimonianze, un utilizzo del cellulare all’orecchio sinistro di almeno 3 ore al giorno nelle giornate lavorative e almeno 1 ora (sempre per lavoro) nei giorni non lavorativi. Ammettendo anche una ipotesi più prudenziale si parla, negli anni che vanno dal 1993 al 2008,  di un minimo di 10.361 ore ad un massimo di 13.687 ore.
Nella sua CTU il Prof. Albera spiega che sebbene i dati epidemiologici non siano omogenei, soprattutto perchè manca un registro di questi tumori, è certo un aumento di diagnosi negli anni ’90 e primi 2000 quasi sempre però correlato negli articoli clinici all’introduzione di più affidabili strumenti diagnostici (e lui ne ha operati oltre 200). Cita gli studi di Hardell e collaboratori come studi ben condotti  che suggeriscono come l’effetto oncogenetico appaia correlato alla durata di utilizzo, agli effetti di calore o modificazioni su geni e proteine. Le sue conclusioni : “Si conclude pertanto che, per quanto riguarda la genesi del neurinoma dell’VIII nervo cranico….non vi sia certezza ma elevata probabiità (probabilità qualificata) che l’utilizzo del telefono cellulare possa essere considerato come fattore concausale”, perchè il neurinoma è insorto omolateralmente all’orecchio utilizzato per telefonare, l’uso è di almeno 2,5 ore al giorno per 15 anni in particolare fino al 2005 con sistemi analogici e il periodo di latenza  è compatibile con quanto ricavabile dalla letteratura scientifica. Il CTU afferma che “le sue conclusioni sono tratte da studi sperimentali ed epidemiologici per i quali non sono mai emerse rilevanti osservazioni sulle modalità di studio,  a differenza di quanto invece si verifica negli studi che non dimostrerebbero tale innesco di causalità o concausalità.”
Uno dei punti che evidenzierei nella relazione è sicuramente questo. Stavolta non si fa riferimento tanto ai conflitti di interesse (che pure il CTU cita nell’ambito dell’ Interphone), come avvenuto in precedenti sentenze (un altro caso di Torino), quanto alla debolezza dei metodi utilizzati nei lavori, mentre i lavori condotti in modo esemplare da Hardell &c. non presentano difetti o biases nella loro costruzione. 
C’è una tesi invece nella relazione del Ctu che è criticabile: egli sostiene che le emissioni del nuovi smartphone sono anche 100 volte inferiori a quelle degli Etacs e Tacs (cioè i sistemi precedenti al Gsm): questo può essere in parte vero ma dobbiamo ricordare che ogni generazione di telefonia mobile  ha comportato  un incremento nell’utilizzo e nell’esposizione. L’enorme  quantità e complessità di informazioni trasmesse nell’unità di tempo è aumentata in funzione di una maggiore variabilità del segnale a cui le cellule del corpo umano non sono in grado di adattarsi. La variabilità è  elemento estremamente importante nell’induzione di effetti biologici (Panagopoulos 2019 ” Comparing DNA damage induced by mobile telephony and other types of man-made electromagnetic fields” – BioInitiative Report 2017-19) : potete trovare un ottima sintesi di ciò nel libro di Fabia Del Giudice “Smart Smog”.
Oggi sappiano che le esposizioni possono portare ad effetti di tipo biologico e sanitario (ad es. modifiche del DNA, tumori, importanti effetti neurologici)  a valori di campo elettrico molto bassi, largamente inferiori ai limiti di legge (anche italiani) e molto molto più bassi di quelli dei telefoni di prima e seconda generazione.
Dobbiamo sempre ricordare quanto sia necessaria la cautela nell’utilizzo dei dispositivi vicino al corpo, considerato, tra l’altro,  che le aziende mentono sul SAR dichiarato, come ha ampiamento dimostrato il Dott. Marc Arazi (Phonegate Alert).
Questa sentenza di Torino resta comunque una bella vittoria che speriamo sia stimolante per i giudici cui saranno sottoposti ricorsi simili  ma soprattutto  d’aiuto per altre  persone che mi stanno particolarmente a cuore e che, dopo sentenze di Appello negative che hanno dato ragione ad Inail, approderanno in Cassazione nei prossimi tempi.
Incrociamo le dita.
Cordiali saluti, Laura Masiero

Vietato ai minori di 14 anni. Sai davvero quando è il momento giusto per dare lo smartphone ai tuoi figli?

Ecco un bel libro scritto da Alberto Pellai e Barbara Tamborini su questo cruciale e sofferto dilemma (molto sentito allo interno di una famiglia con adolescenti in pressing per … avere il proprio cellulare) …

I due Autori sono medici e psicoterapeuti della età evolutiva con tanti libri pubblicati in questi anni.

Facciamo una sintesi …

LO SMARTPHONE…:
1- NON E’ ADATTO AI LORO BISOGNI
2- RIDUCE LA PROBABILITA’ DI SUCCESSO SCOLASTICO
3- INTERFERISCE CON LO SVILUPPO DELLA MENTE IN ETA’ EVOLUTIVA
4- IMPATTA SULLO STATO DI SALUTE ORGANICA DEI NOSTRI FIGLI
5- RIDUCE LE COMPETENZE EMPATICHE
6- INFLUISCE SULLE REAZIONI EMOTIVE
7- CREA ANSIA E DIPENDENZA
8- GENERA DISEDUCAZIONE SESSUALE
9- INTERFERISCE CON IL BISOGNO DEL SONNO
10- NON AUMENTA IL SENSO DI PROTEZIONE E SICUREZZA

Lo si può compare in libreria oppure

in IBS.it https://www.ibs.it/vietato-ai-minori-di-14-libro-alberto-pellai-barbara-tamborini/e/9788851179250

Dopo il Decreto Semplificazioni, che fare ? cosa può e deve fare un Comune?

Riportiamo due documenti prodotti dall’Arch Laura Masiero Presidente di APPLE che commentano quanto accaduto e quindi (ri)propone il percorso già presentato insieme all’Avv Stefano Bertone nel 2019 alla Camera dei Deputati, che prevede vari passi con al centro la predisposizione di un Regolamento Comunale.

 

Qui il link al commento della Presidente

Qui la Procedura