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Debbie Bird, allergica alla tecnologia della vita moderna, costretta a rinunciare al cellulare, forno a microonde e internet

[Articolo molto datato comunque utile da leggere. E’ una libera traduzione dall’Inglese, quindi l’Italiano è un po’ stentato ma è comprensibile.

Si parlava di casi di Elettrosensibilità già quasi dieci anni fa, descritti come condizioni molto rare e dovute a qualcosa (i Campi Elettromagnetici) la  cui pericolosità veniva negata.

Eppure le prove della pericolosità c’erano già allora, solo che allora era ancora possibile permettersi di negare o minimizzare il problema.

Adesso sta diventando sempre più complicato farlo, innanzitutto perché le prove della pericolosità dei Campi Elettromagnetici si sono arricchite di ulteriori studi, inoltre molte vecchie prove prima occultate sono state recuperate, e poi negli ultimi anni sempre più persone si sono ammalate di Elettrosensibilità  in modo anche grave.

Si tratta di invalidi sotto ogni punto di vista, i quali sebbene adesso stiano soffrendo nell’indifferenza di tutti, in futuro necessariamente graveranno sulla società, perché prima o poi non si potrà più negare il problema e qualcuno dovrà prendersi carico di tutte queste persone la cui vita è stata distrutta dagli interessi economici dietro al business del Wireless.

Non sarà cosa facile, perché ci si troverà a dover risarcire danni biologici (soprattutto quello genotossico), danni materiali (molti malati hanno dovuto vendersi tutto per sopravvivere, inoltre ci sono i mancati guadagni derivanti dalla impossibilità di lavorare, senza contare le spese affrontate per curarsi e proteggersi) e danni morali (dovuti all’isolamento forzato, che ha portato a dover rinunciare alle relazioni sociali ed in molti casi anche a dover rinunciare a crearsi una famiglia, cosa che già di per sé è devastante).

Ci chiediamo fino a che punto si dovrà arrivare prima di porre fine a questa follia, che si sta configurando come la più spaventosa emergenza sanitaria, sociale ed economica che il mondo dovrà affrontare.]

22 Marzo 2007 – “virtualblognews.altervista.org”, di Pino Silvestri

Debbie Bird, inglese di 39 anni, è diventata allergica alla tecnologia della vita moderna. Non può avvicinarsi ai computers, ai cellulari, forni a microonde, in sostanza a quasi tutto quello che la moderna tecnologia sforna giornalmente. Ha problemi anche con alcune automobili equipaggiate con componenti elettronici. Il suo corpo reagisce con chiazze cutanee dolorose e rigonfiamento delle palpebre.
Debbie Bird, racconta:
“La mia vita è stata influenzata seriamente dai campi elettromagnetici. Adesso non possiedo il microonda, non posso utilizzare il cellulare e il cordless, ho un televisore con lo schermo al plasma perché quello con il tubo catodico ha scatenato l’allergia. Non posso utilizzare la Bmw super elettronica di un amico, appena salgo in macchina mi viene l’emicrania e formicolio. Problemi anche quando devo andare a fare acquisti, non posso entrare in luoghi come Starbucks (catena internazionale di caffetterie), perché hanno postazioni internet Wi-Fi”.
La signora Bird, ha avvertito il problema allergico alle onde elettromagnetiche quando si è trasferita con il marito e la figlia Antonia, in un moderno appartamento a Bowden (Manchester).  Ignorava che tutti i suoi vicini abitavano in appartamenti  con collegamenti internet senza fili e cordless.
“Inizialmente non potevo dormire” – racconta la signora Bird -, “la mia pelle reagiva con sensazioni di bruciore in faccia e sui gomiti, sulla fronte si era formata una severa allergia” [v. foto].
Una visita medica da un esperto dermatologo, cure senza nessun beneficio per la severità dell’allergia, consigliarono la signora Bird e il marito, a trasferirsi a Manchester Hale.
Prima di insediarsi nel nuovo appartamento, i coniugi Bird, hanno fatto controllare da un esperto la presenza delle onde elettromagnetiche.
L’appartamento è stato completamento isolato con alcuni accorgimenti:
– pellicola protettiva sulle finestre;
– vernice nera del carbonio alle pareti per deviare i raggi nocivi;
– tende della camera placcate d’argento;
– sotto alla rete del letto, una zanzariera con fitte maglie metalliche placcate d’argento, anche questa per proteggere dalle radiazioni.
La signora Bird, ha detto che proteggere l’appartamento dalle radiazioni elettromagnetiche, ha richiesto un costo di una certa importanza, ma n’è valsa la pena: le sue chiazze cutanee sono sparite, non ha più difficoltà per dormire.
Ufficialmente nel Regno Unito, l’elettrosensibilità (es), non è considerata un problema medico, nessuna prova scientifica per sostenere un collegamento fra campi elettromagnetici e problemi di salute: quando insorgono, sono attribuiti a sintomi psicosomatici, collegati a influenza e virus e non ai campi elettromagnetici. Molti non  concordano, tra questi, Rod Read, direttore della “Electro-Sensitivity UK”:
“Ho visto centinaia di persone manifestare i sintomi tipici dell’allergia ai campi elettromagnetici. Purtroppo, è una malattia che è “nascosta” dai governi, in combutta con le aziende elettroniche, perché temono che la popolazione può allarmarsi nel venire a conoscenza che i cellulari e i forni a microonde sono pericolosi per la salute.
Nel passato molti medici attribuivano i sintomi all’influenza, ora, grazie a Debbie Bird, la patologia è chiara, i campi elettromagnetici possono minare psicologicamente e fisicamente la vita umana.
Liberamente tradotto da DailyMail

Fonte:

alblognews.altervista.org/debbie-bird-allergica-alla-tecnologia-della-vita-moderna-costretta-a-rinunciare-al-cellulare-forno-a-microonde-e-internet/11468779/

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