I pediatri: allarme telefonino per i bambini
I medici chiedono di vietarli al di sotto dei dieci anni. Tra i motivi per cui i minori dovrebbero stare il più lontano possibile dal cellulare, effetti collaterali come perdita di concentrazione, problemi di apprendimento, aumentata aggressività, disturbi del sonno, diminuzione della memoria
14 gennaio 2016, “iltirreno.gelocal.it”, di Sara Ficocelli
L’Italia è al primo posto in Europa per numero di telefonini posseduti e l’età media di chi ne ha uno diminuisce sempre di più. L’uso si sta, insomma, trasformando in “abuso”. E la Società italiana di pediatria preventiva e socialelancia l’allarme: i telefonini, ai bambini al di sotto dei dieci anni, andrebbero vietati. Perdita di concentrazione, difficoltà di apprendimento e aggressività sono, secondo gli esperti, solo alcuni degli effetti nocivi per la salute che gli smartphone provocano nei più piccoli.
«Si tratta di piccole ricetrasmittenti – spiega Maria Grazia Sapia, pediatra esperta del rapporto tra ambiente e infanzia – che vengono normalmente tenute vicino alla testa durante le comunicazioni. I danni per la salute sono sempre più evidenti, alcuni legati agli effetti termici: l’interazione di un campo elettromagnetico con un sistema biologico provoca infatti l’aumento localizzato della temperatura, attivando il sistema naturale del nostro organismo».
«Quando le esposizioni sono molto intense e prolungate – prosegue la specialista –, possono alterare il meccanismo di termoregolazione portando a morte le cellule, con necrosi dei tessuti. Inoltre, è accertato che, alle dipendenze che affliggono la nostra società e specialmente i giovani, quali droga, alcol e fumo, si è ormai aggiunta da telefonino, con gravissime ripercussioni sullo sviluppo psichico e sociale dell’individuo».
Secondo un’indagine Eurispes, nel 18% dei casi il telefonino arriva tra le mani dei figli già a sette anni e, secondo il Censis. il 22% dei bambini lo usa un’ora al giorno e il 23% fino a quattro ore. Il primato della tecnologizzazione precoce, tra le regioni italiane, spetta al Lazio, dove oltre il 50% dei bambini tra i sei e sette anni usa il tablet una o due ore al giorno, fino al picco di quattro ore. A dieci anni, la soglia supera il 60%.
«A oggi – continua Giuseppe Di Mauro, presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (www.sipps.it) – non conosciamo tutte le conseguenze legate all’uso dei cellulari, ma da un utilizzo eccessivo potrebbero scaturire una perdita di concentrazione e di memoria, oltre a una minore capacità di apprendimento e a un aumento dell’aggressività e dei disturbi del sonno. Penso che i bambini non debbano usare il telefono cellulare o, se proprio i genitori non possono fare a meno di dare ai propri figli quest’oggetto, mi auguro che venga utilizzato per pochissimo tempo, evitando di passarci ore e ore, scambiandosi sms, chattando o navigando».
L’altro grande problema legato all’uso dei cellulari è infatti legato alla sfera comportamentale: l’abuso di smartphones non solo provocherebbe dipendenza, ma sarebbe alla base di comportamenti asociali e dell’incapacità di bambini e ragazzi di costruire relazioni stabili con le persone che vivono intorno a loro.
«Sono molti – conclude Di Mauro – i ragazzi che, pur stando uno vicino all’altro, non si parlano ma continuano a tenere lo sguardo fisso sul telefonino. Se non mettiamo un freno a questa vero e proprio invasione, le nuove generazioni andranno sempre più verso l’isolamento».
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