In Alto Adige una scuola azzera l’elettrosmog – Grazie ad un progetto con il Centro tutela consumatori
[Articolo di qualche mese fa, che racconta la lodevole iniziativa di una scuola di Merano per promuovere negli alunni la consapevolezza sui danni causati dalla esposizione ai Campi Elettromagnetici in Alta Frequenza tipici della tecnologia Wireless.
L’uso del Wi-Fi non è essenziale e si possono benissimo utilizzare soluzioni cablate per gestire le varie attività all’interno delle scuole, cosa peraltro raccomandabile considerati i notevoli rischi per la salute derivanti dall’uso del Wireless.]
16 luglio 2015 – “www.rinnovabili.it”
Che effetto ha l’elettrosmog sugli esseri viventi? Un esperimento nella scuola di Merano ha portato ad abolire le fonti di inquinamento elettromagnetico
(Rinnovabili.it) – Ridurre l’elettrosmog tra i banchi di scuola. È la missione intrapresa dai ragazzi della quarta elementare nelle scuole De Amicis e Maia Alta di Merano, in provincia di Bolzano. Dopo aver partecipato alle lezioni in cui è stato invitato un consulente del Centro tutela consumatori, gli alunni hanno dato vita ad una iniziativa. L’intenzione era toccare con mano l’inquinamento elettromagnetico, per comprenderne le ricadute sulla natura e gli esseri viventi. Così, le classi quarte hanno condotto un esperimento sui vegetali: alcune vaschette, contenenti piantine di crescione, sono state coltivate in due punti distinti. Il primo ambiente era caratterizzato da un alto livello di elettrosmog, il secondo no. Si tratta di una metodologia di ricerca chiamata “esperimento caso-controllo”: un gruppo di soggetti con le stesse caratteristiche di partenza, in questo caso le piante, viene diviso in due. Uno soltanto viene sottoposto ad una specifica variazione del contesto, per scoprire se essa influisce e in che modo sul risultato finale.
«Il confronto tra il crescione irradiato e quello coltivato in ambiente meno esposto non ha lasciato dubbi – racconta il quotidiano on line Alto Adige – Le piantine irradiate sono risultate ingiallite e meno rigogliose rispetto a quelle collocate in ambiente meno esposto, pur curate e annaffiate nel medesimo modo».
La classe, poi, munita di strumenti appositi, ha mappato tutto l’edificio, scoprendo che era pervaso da segnali elettromagnetici fino ad un livello massimodi 3.000 microwatt per metro quadro. Hanno saputo dalla preside che servivano all’organizzazione della comunicazione con il personale non docente, per gestire la presenza dei ragazzi nella mensa o rispondere alle varie necessità logistiche all’interno della scuola.
Il plesso è completamente cablato, dunque non serve ad ogni costo un sistema di comunicazione senza fili. Così, è stata inoltrata una richiesta al Comune di Merano per ottenere la disattivazione dei ripetitori distribuiti all’interno della scuola. Il personale ha abbandonato i cordless e ricominciato ad utilizzare i normali telefoni interni. Una volte ripetute le misurazioni, sono stati ottenuti risultati sorprendenti: da 3 mila microwatt si era scesi ad appena 5. Il mentre il governo italiano cerca di alzare le soglie per facilitare la comunicazione 4G e promuove il Wi-Fi nelle scuole, nonostante una lettera firmata da 70 scienziati che chiede di evitare uno tsunami di onde elettromagnetiche nei luoghi di vita quotidiana.
Fonte:
http://www.rinnovabili.it/ambiente/alto-adige-scuola-elettrosmog-333/