“Tumori, i rischi dell’elettrosmog”
21 febbraio 2016 – “La Gazzetta del Mezzogiorno – Lecce”
LECCE VIA CAVO: Fabia del Giudice richiama l’attenzione “Non c’è solo l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del terreno o la presenza di radon”.
NUMERI ESPONENZIALI: La diffusione di radiofrequenze-microonde è oggi centomila volte più alta del Novecento e 200 volte rispetto agli anni Ottanta.
UN’ALTRA INCIDENZA: “E’ anche opportuno considerare l’impatto dei radar”.
“Evitiamo che gli interessi commerciali prevalgano sulla tutela della salute”
Campi elettromagnetici e tumori: un altro fattore da considerare. Nel dibattito aperto dai preoccupanti dati del dossier Ambiente e Salute della Provincia sull’aumento dei casi di cancro nel Salento, interviene il Comitato “Lecce via cavo”. La coordinatrice, Fabia del Giudice, richiama l’attenzione sul fatto che i rischi non derivano solo dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del terreno, o dalla presenza di gas radon.
A questi e ad altri potenziali fattori di rischio, la dottoressa Del Giudice ne aggiunge un altro. “Con la diffusione dei dispositivi wireless quali cellulari, cordless, tablet, antenne, ripetitori – ribadisce – l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici artificiali è andata crescendo in modo esponenziale. L’inquinamento da radiofrequenze-microonde è oggi centomila volte più alto rispetto ai primi del Novecento e 200 volte più alto rispetto a quello presente alla fine degli anni Ottanta, prima dello sviluppo della telefonia mobile”.
Secondo l’esperta, da sempre in prima linea nella lotta all’inquinamento elettromagnetico, “le nuove tecnologie wireless sono state introdotte senza effettuare una corretta valutazione dei potenziali rischi per la salute”.
Chiare evidenze scientifiche indicano che l’esposizione a lungo termine alle radiofrequenze costituisce un fattore di rischio per diverse patologie come alcuni tipi di cancro, malattie neurodegenerative come l’alzheimer, infertilità ed elettrosensibilità.
Inoltre, “studi più recenti evidenziano gli effetti cancerogeni delle radiofrequenze, che andrebbero riclassificate nel Gruppo 1, cioè “cancerogeno certo”.
Tra l’altro, “è anche opportuno considerare l’impatto ambientale dei radar, le cui onde pulsate hanno un effetto pesantissimo sulla salute e sull’incidenza di tumori”.
Da ultimo, “nel maggio scorso circa 200 scienziati di tutto il mondo hanno rivolto un appello alle Nazioni Unite ed all’OMS chiedendo di proteggere la popolazione dall’esposizione ai campi elettromagnetici e di promuovere campagne di informazione sui potenziali rischi per la salute e di aggiornare i medici sull’argomento e sul trattamento di pazienti che hanno sviluppato sindromi collegate a tale esposizione.
Particolare attenzione va prestata alle fasce di popolazione più a rischio – insiste Del Giudice – come bambini, adolescenti, anziani e soggetti con preesistenti patologie.
Poiché gli attuali limiti di esposizione ai campi elettromagnetici artificiali non sono adeguati – è l’appello – è necessario abbassarli per evitare che gli interessi commerciali prevalgano sulla tutela della salute”.