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Elettrosmog e disturbi cognitivi

[Video in Inglese con sottotitoli in Italiano non corretto ma comunque comprensibili.]

Pubblicato il 02 giu 2012

Intervista alla dott.ssa Adamantia F. Fragopoulou dell’Università di Atene sui suoi ultimi studi in merito agli effetti dei Campi Elettromagnetici.
La scienziata spiega come siano stati riscontrati disturbi nella memoria spaziale, di riconoscimento e di lavoro nei topi esposti alle microonde di cellulari, Wi-Fi, telefoni cordless e altre fonti di Elettrosmog.
La stessa scienziata consiglia di avere prudenza con queste tecnologie per evitare problemi di salute (disturbi di memoria, disturbi del sonno, cefalea, ecc. fino a danni organici seri come il cancro).
Viene anche segnalata la situazione di criticità per professioni a rischio come piloti di aereo e controllori aerei, che costituisce un pericolo nell’ambito delle operazioni aeree.

Elettrosensibilità: il caso di una donna inglese allergica all’elettricità

20 maggio 2011 – “www.informasalus.it”, di Alessandra Profilio

[Articolo un po’ datato che abbiamo pensato di pubblicare per avere occasione di portare l’attenzione su un paio di criticità.
La prima è che se fino a qualche anno fa si poteva parlare di Elettrosensibilità come di una “rara condizione”, attualmente non si può più fare altrettanto in quanto i casi sono in allarmante aumento*.
Sempre più persone stanno contattando la nostra associazione in cerca di sostegno e questo è dovuto alla crescente esposizione ai CEM cui è sottoposta la popolazione.
Altro punto critico è il fatto che ai malati venga negata ogni forma di aiuto come nel caso della donna citata nell’articolo.
Dalla pubblicazione di questo ultimo sono passati quattro anni ed alcune sentenze sono state emesse in favore degli Elettrosensibili, ma ancora lunga sembra essere la strada da percorrere: 
in tanti paesi la malattia continua a non essere riconosciuta come dipendente dalla esposizione ai Campi Elettromagnetici e viene invece considerata di origine psicosomatica; solo Svezia e Svizzera riconoscono il nesso di causalità, il conseguente stato di inabilità e forniscono aiuti concreti ai soggetti affetti.
Capiamo benissimo che la presa in carico dei malati sia estremamente gravosa e quindi si cerchi di liquidare il problema negandone la esistenza, ma sfortunatamente é reale ed è inaccettabile, nonché disumano, che così tante persone siano lasciate a loro stesse nel gestire un dramma di vita enorme il quale, vogliamo sottolinearlo, è causato da chi abita intorno a loro ed usa la tecnologia in modo sconsiderato.

* Secondo stime riportate da numerose survey internazionali. Ed anche solo applicando i dati di maggiore sottostima (3%), attualmente in Italia circa 2.000.000 di persone soffrono di Elettrosensibilità con sintomatologie diversificate per intensità, durata e frequenza nel tempo)]

Immaginate di vivere senza luce, cellulare, televisione, internet ed elettricità. Immaginate, insomma, di rinunciare a tutti i comfort tecnologici che ci circondano per condurre una vita d’altri tempi. Qualcuno, oggi, sceglie una simile esistenza consapevolmente, ma non è questo il caso di Janice Tunnicliffe.Questa signora britannica di 55 anni è infatti affetta da una condizione rarissima, chiamata ‘elettrosensibilità’. In pratica la donna è allergica ai campi elettromagnetici rilasciati da tutti gli apparecchi elettrici. La donna, madre di due figli e sopravvissuta a un cancro, sta male in presenza della tecnologia, che le provoca mal di testa, dolori al petto, nausea, formicolii a gambe e braccia. Soltanto nei weekend, quanto va in campagna, “si rilassa un attimo”.

Janice non puo guardare la tv, non può ascoltare la radio, navigare sul web o usare il cellulare. La sua casa è diversa da quelle moderne di oggi e appare più simile a una casa del Medioevo: non c’è il frigorifero, il congelatore o il computer. La donna trascorre le serate a lume di candela, giocando a scarabeo o a scacchi.

Come raccontano diversi quotidiani britannici, il malessere di Janice Tunnicliffe è cominciato dopo un ciclo di chemioterapia a cui la donna si è dovuta sottoporre circa tre anni fa. Il trattamento le ha lasciato in eredità questa rara condizione chiamata elettrosensibilità. I campi elettromagnetici, innescati da apparecchi in funzione, possono provocare reazioni anche gravi.

La donna è venuta a conoscenza dell’elettrosensibilità tramite internet e con gli anni ha imparato da sola a gestire la sua condizione: lamenta, infatti, di non aver mai trovato ascolto nei medici. Il servizio sanitario britannico si è rifiutato di pagarle il trattamento in un ospedale privato specializzato. Secondo la maggior parte dei medici in Gran Bretagna, l’elettrosensibilità è infatti considerata un disturbo psicosomatico. Secondo Powerwatch, un’organizzazione di ricerca sugli effetti dei campi elettromagnetici, il 3-4% della popolazione può avere una qualche reazione ‘allergica’ alla tecnologia, ma soltanto pochi al livello di Mrs Tunnicliffe

Fonte:

http://www.informasalus.it/it/articoli/elettrosensibilita-donna-allergica-elettricita.php

Linea guida dell’Associazione Medica Austriaca per la diagnosi e il trattamento di problemi di salute e malattie collegate ai campi elettromagnetici (sindrome EMF)

[Fondamentale contributo alla diagnosi e trattamento della Sindrome da Ipersensibilità Elettromagnetica.
Traduzione in Italiano a cura della Associazione Elettrosmog Sicilia (www.elettrosmogsicilia.org)]

Articolo dell’Austrian Medical Association’s EMF Working 
Group (AG-EMF)
Adottato al meeting dei funzionari di medicina ambientale dell’Associazione Medica Regionale e dell’Associazione Medica Austriaca il 3 Marzo 2012 in Vienna.

Introduzione
C’è stato un brusco aumento di problemi di salute aspecifici, spesso associati a stress che sempre più presentano l’esigenza per il medico di una diagnosi complessa differenziata. Una causa a cui è stata concessa poca attenzione finora è la crescente esposizione a inquinamento elettromagnetico (elettrosmog) a casa, al lavoro e durante le attività ricreative, che si verifica in aggiunta allo stress cronico nella vita personale e lavorativa.
Esso si correla a una situazione generale di stress cronico che può condurre a esaurimento.

Come possono i medici rispondere a questi sviluppi?
L’Associazione Medica Austriaca ha sviluppato una linea guida per la diagnosi differenziata e il trattamento potenziale di problemi di salute collegati a stress aspecifico associato ad elettrosmog. Il suo elemento centrale è un questionario per il paziente consistente in una valutazione generale dei sintomi da stress e una valutazione specifica dell’esposizione a elettrosmog.
La linea guida è intesa come un aiuto nella diagnosi e nel trattamento dei problemi di salute collegati ai campi elettromagnetici (EMF).

Premessa
Molte persone sono esposte in modo crescente, a vari livelli, a una combinazione di campi elettrici (EF, Electric Fields), campi magnetici (MF, Magnetic Fields) e campi elettromagnetici (EMF, ElectroMagnetic Fields) di varie forme di segnale, intensità e applicazioni tecniche per periodi di tempo variabili, colloquialmente riferito come elettrosmog.

I medici sono messi a confronto con disturbi non specifici senza cause chiaramente identificabili (Huss and Röösli 2006). Si è sospettato che le condizioni ambientali come la crescente esposizione della popolazione alle onde radio, emesse ad esempio dai telefoni cordless, stazioni base cellulari, telefoni cellulari, GPRS, UMTS, schede dati per computer portatili e wireless LAN (WLAN), ma anche esposizione a campi elettrici e magnetici emessi da linee elettriche, dispositivi e attrezzature, possano giocare un ruolo causale (Blake Levitt e Lai 2010). Per la professione medica, questo fa sorgere nuove esigenze nella diagnosi e nel trattamento. Una questione centrale per l’attribuzione causale di sintomi è la valutazione della variazione in problemi di salute rispetto ai fattori tempo e luogo, che è di particolare rilievo per cause ambientali quale l’esposizione a EMF.

In Austria si sta attualmente introducendo la quarta generazione di telefonia mobile (LTE), come pure lo “smart metering” (per la misura dei consumi di elettricità, gas e acqua), avendo come risultato una esposizione aggiuntiva nella popolazione.

Nuove tecnologie e applicazioni sono state introdotte senza la sicurezza circa i loro effetti sulla salute, facendo sorgere nuove sfide per la medicina. Ad esempio, le questioni dei cosiddetti effetti non-termici e gli effetti potenziali a lungo termine di esposizioni a bassa dose sono stati appena investigati prima della loro introduzione. Alcuni pazienti sospettano un collegamento tra esposizione a campi elettromagnetici e i loro problemi di salute. Inoltre, i medici sono sempre più di fronte a problemi di salute con cause non identificate. Perseguire una strategia di trattamento basata sulla testimonianza in questo contesto è una impresa difficile per una diagnosi differenziata.

In Austria, non ci sono limiti legittimati democraticamente per proteggere la popolazione dalle esposizioni EMF. Le raccomandazioni del WHO, compilate dall’International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection (ICNIRP 1998), sono basate su un modello termico. Queste raccomandazioni furono introdotte dall’Unione Europea nella sua Raccomandazione del Concilio del 1999 (EU-Ratsempfehlung 1999) e dall’Austria nel suo pre-standard OVE/ONORM E 8850:2006 02 01 (ONORM 2006) senza tenere in considerazione effetti non-termici di lungo termine.

Nell’Agosto 2007, la BioInitiative, un gruppo internazionale di esperti, ha pubblicato un resoconto esauriente richiedendo misure preventive come riparo dall’esposizione EMF sulla base dell’evidenza scientifica disponibile (BioInitiative 2007). Consequentemente, l’Agenzia Europea per l’Ambiente ha paragonato l’elettrosmog ad altri rischi ambientali come l’asbesto o il benzene (EEA 2007).

Nell’Aprile 2009, una risoluzione del Parlamento Europeo richiese una rivisitazione dei limiti EMF contenuti nella Raccomandazione del Concilio EU del 1999, la quale fu basata sulle linee guida dell’ICNIRP, in riferimento al BioInitiative Report (EU Parliament 2009).

Nel Maggio 2011, l’Assemblea Parlamentare del Concilio Europeo ha adottato il report “I potenziali pericoli dei campi elettromagnetici e i loro effetti sull’ambiente” (PACE 2011). Il report richiede numerose misure per proteggere gli uomini e l’ambiente, specialmente dai campi elettromagnetici ad alta frequenza. Una delle raccomandazioni è di “prendere tutte le ragionevoli misure per ridurre l’esposizione ai campi elettromagnetici, specialmente alle frequenze radio dai telefoni mobili, e particolarmente l’esposizione di bambini e giovani i quali appaiono essere i più a rischio di tumori alla testa”.

Sempre in Maggio 2011, un gruppo di esperti dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, un agenzia del WHO, ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come possibili carcinogenici (Gruppo 2B) per gli uomini (IARC 2011).

Un rilevamento telefonico rappresentativo (n=2048, età > 14 anni) attuato nel 2004 in Svizzera ha fornito una frequenza del 5% (95% CI 4-6%) per una “diagnosi” auto-attribuita di elettrosensibilità (Schreirer et al. 2006).

In un altro rilevamento eseguito in Svizzera, nel 2001, 394 rispondenti attribuirono problemi di salute specifici all’esposizione EMF. Tra altri elementi, i seguenti sintomi furono riportati come frequenti: problemi del sonno (58%), mal di testa (41%), nervosismo (19%), stanchezza (18%) e difficoltà di concentrazione (16%). I rispondenti elencarono le stazioni base telefoniche (74%), telefoni cellulari (36%), telefoni cordless (29%) e linee di alta tensione (27%) come cause. Due terzi dei rispondenti avevano preso misure per ridurre i loro sintomi, la più frequente misura consistente nell’evitare l’esposizione. Rimarchevolmente, solo il 13% aveva consultato il loro medico (Roosli et al. 2004).

Mentre uno studio del 2006 di Regel et al. descriveva nessun effetto da esposizione, due provocation studies [un provocation study è uno studio dove i soggetti sono esposti all’elemento che si pensa induca una risposta o a un finto elemento che non dovrebbe provocare risposta, ndr] sull’esposizione di individui “elettrosensibili” e individui di controllo a segnali di stazione base telefonica (GSM, UMTS, o entrambi) trovò un calo significativo dello stato di benessere dopo esposizione a UMTS negli individui che riportavano sensibilità (Zwaborn et al. 2003, Eltiti et al. 2007). L’analisi dei dati disponibili sull’esposizione di persone residenti vicino stazioni base telefoniche ha prodotto chiare indicazioni di effetti avversi sulla salute (Santini et al. 2002, Navarro et al. 2003, Hutter et al. 2006, Abdel-Rassoul et al. 2007, Blettner et al. 2008).

Sulla base della letteratura scientifica sulle interazioni dei campi elettromagnetici con i sistemi biologici, vari meccanismi di interazione sono possibili. Un meccanismo plausibile a livello intracellulare e intercellulare, ad esempio, è l’interazione attraverso la formazione di radicali liberi o di stress ossidativo e nitrosativo (Friedmann et al. 2007, Simkó 2007, Pall 2007, Bedard and Krause 2007, Pacher et al. 2007, Desai et al. 2009). Si basa sull’ aumentata formazione di peroxynitrite (ONOO-) da una reazione di monossido di azoto (NO) con superossido (O2-). A causa della suo lungo tempo di dimezzamento, peroxynitrite danneggia un elevato numero di processi metabolici e componenti della cellula.

Questa introduzione può servire come una spiegazione plausibile di molti problemi di salute, sintomi e la loro progressione osservata nel contesto dell’esposizione EMF. Ci sono indicazioni crescenti che la sindrome EMF (EMFS) dovrebbe essere annoverata tra i disordini multisistemici (Pall 2007) come Chronic Fatigue Syndrome (CFS), Multiple Chemical Sensitivity (MCS), fibromyalgia (FM) and Post Traumatic Stress Disorder (PTSD).

In Svezia. La sindrome EMF è denominata come electrohypersensitivity (EHS), considerata come una menomazione fisica e riconosciuta come una disabilità. Con riferimento alla risoluzione ONU 48/96, Annesso, del 20 Dicembre 1993 (UN 1993), le amministrazioni locali riconoscono supporto ai soggetti con EHS. I lavoratori con EHS hanno un diritto di supporto dai loro datori di lavoro in modo da consentirgli di lavorare nonostante la loro menomazione. Alcuni ospedali in Svezia sono muniti di stanze con bassa esposizione EMF.

L’Associazione Medica Austriaca considera un suo dovere e una sua missione il fornire ai membri della professione medica una raccolta dello stato attuale del dibattito scientifico e politico da un punto di vista medico e con raccomandazioni specifiche di azione in questa prima linea guida. La linea guida può solo essere migliorata attraverso suggerimenti, critiche e correzioni. A causa del rapido sviluppo delle varie tecnologie, le raccomandazioni necessitano di aggiornamento continuo. Invitiamo di conseguenza tutti i professionisti medici di trasmettere i loro contributi per la prossima edizione della linea guida al seguente indirizzo di posta elettronica: post@aerztekammer.at

[continua]

Versione PDF completa del documento scaricabile al seguente link:

Austrian-EMF-Guidelines-2012_IT

L’uso dei telefoni cellulari è pericoloso per la salute?

16 aprile 2014 – “www.scienzaeconoscenza.it”, a cura di Valerio Pignatta

L’elettrosmog e l’elettrosensibilità: i danni dei telefoni cellulari per la nostra salute

telefoni-cellulari-salute

Utilizzare il telefono cellulare per diverso tempo al giorno fa davvero male?
Abitare nei pressi di un elettrodotto è un pericolo per la salute?
Le leggi italiane ci tutelano dall’inquinamento elettromagnetico?
Quali sono i sintomi della sindrome da Elettrosensibilità?
Per rispondere a queste e altre domande abbiamo intervistato Angelo Gino Levis, già professore ordinario di mutagenesi ambientale all’Università di Padova, attualmente esperto di inquinamento elettromagnetico e vice presidente dell’Associazione per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog (applelettrosmog.it).

Se dovesse definire la situazione dell’elettrosmog oggi nel nostro paese cosa potrebbe dire? Come siamo messi?
In Italia, tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000, le leggi – sia nazionali che regionali – sul controllo della nocività dei campi elettromagnetici non-ionizzanti (CEM) erano sufficientemente cautelative. In particolare nelle leggi regionali i limiti di esposizione allora fissati, improntati al Principio di Precauzione che fa parte della nostra Costituzione, erano: 0,2 microTesla (µT) per il campo magnetico prodotto dai CEM a frequenza estremamente bassa (ELF: linee per il trasporto dell’energia elettrica e strumenti elettrici per uso domestico e industriale) e 0,5 Volt/metro (V/m) per il campo elettrico dei CEM a frequenza alta (RF, radiofrequenze: impianti radio-TV) e altissima (MO, microonde: telefoni mobili – cellulari e cordless, radar, forni a microonde).
A partire dal 2003, per la pressione dei gestori delle linee elettriche (elettrodotti) e delle compagnie di telefonia cellulare, queste leggi sono state cancellate o, comunque, rese meno cautelative: i limiti regionali sono stati dichiarati incompatibili con quelli fissati per tutto il territorio nazionale dalla sentenza n.307 del 7.10.03 della Corte Costituzionale, ed i nuovi limiti sono stati fissati dal DPCM 8.7.03 a 3-10-100 µT per i CEM/ELF, a seconda dei tempi di esposizione e della tipologia degli elettrodotti, e a 6-20 V/m per i CEM/RF-MO.
Inoltre le procedure per l’installazione degli impianti che emettono CEM sono state liberalizzate al massimo e, di recente, anche le metodologie di controllo dell’intensità delle esposizioni sono state modificate in modo da permettere un ulteriore innalzamento dei limiti, a scapito della salute.

Lei pensa che l’inconcludenza dei nostri legislatori di fronte alle problematiche legate a questo tipo di inquinamento sia ascrivibile alla mancanza di fonti scientifiche a comprova dei vari danni psicofisici che esso causa alle persone e delle diverse sensibilità degli individui all’esposizione a fonti elettromagnetiche? Oppure questi studi ci sono?
Le conoscenze sugli effetti dannosi dei CEM erano già sufficienti alla fine del secolo scorso per imporre la minimizzazione delle esposizioni e si sono consolidate al punto che l’OMS, tramite l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione, ha classificato i CEM a bassissima frequenza (ELF), con riferimento specifico alle leucemie infantili nelle esposizioni residenziali ad elettrodotti (2002), ed i CEM a radiofrequenza, con specifico riferimento all’aumento del rischio di contrarre tumori cerebrali e al nervo acustico da parte degli utilizzatori abituali e da lungo tempo di telefoni cellulari (2011) come “possibili agenti cancerogeni per l’uomo”. Ma questa è senza dubbio una sottovalutazione dei dati disponibili che avrebbero richiesto un giudizio di “probabile anziché possibile cancerogenicità”. Sottovalutazione dovuta soprattutto ai conflitti d’interesse che hanno pesato su più del 60% dei partecipanti ai due Gruppi di valutazione della IARC sui CEM. Nonostante queste valutazioni suggeriscano comunque un atteggiamento prudenziale, le nostre Autorità Sanitarie (ministero della Salute, Consiglio superiore di sanità, Istituto superiore di sanità, Commissione oncologica nazionale) hanno continuato a negare l’esistenza di rischi per la salute provocati dai CEM. Solo nell’ottobre 2012 il ministero della Salute ha attivato un sito Internet dove chi ne è informato può trovare alcuni consigli, comunque incompleti e in parte contraddittori, per una autotutela lasciata alla libera scelta degli utilizzatori di telefoni cellulari.

Cosa so può dire sulla telefonia cellulare? Spesso leggiamo informazioni sanitarie in merito molto contrastanti…
Singoli studi epidemiologici e loro rianalisi cumulative finanziate da enti pubblici e basate su metodologie corrette, analisi statistiche dei dati e interpretazioni coerenti, hanno evidenziato un aumento fino al raddoppio del rischio di contrarre tumori maligni al cervello, tumori benigni alle meningi e ai nervi cranici, in particolare all’acustico, e tumori maligni e benigni alle ghiandole salivari, in particolare alla parotide, tra quanti hanno utilizzato abitualmente (più di 40 minuti/giorno) e da o per lungo tempo (più di 10 anni) telefoni mobili (cellulari e/o cordless). Per contro, studi cofinanziati dalle compagnie di telefonia cellulare, basati su protocolli inadeguati ed errori sostanziali, dati insufficienti e interpretazioni incoerenti, sostengono l’apparente innocuità dell’uso dei cellulari. Di conseguenza, l’opinione pubblica, informata in modo contraddittorio tramite la stampa e in maniera del tutto tranquillizzante dai responsabili della salute pubblica (v. sopra), resta confusa e, nel dubbio, per abitudine e comodità è portata a sottovalutare i rischi e a non utilizzare alcune semplici norme di autotutela per ridurre l’esposizione durante l’uso dei cellulari, neppure per quanto riguarda l’uso da parte dei bambini e degli adolescenti, che sono tra i soggetti più a rischio. Comunque qualcosa ha cominciato a muoversi dopo la trasmissione “Report” su RAI3 (novembre 2011) e dopo che nell’ottobre 2012 la suprema Corte di Cassazione italiana ha definitivamente convalidato la sentenza della Corte d’Appello di Brescia che nel 2009 aveva riconosciuto le tesi dei due consulenti di parte ricorrente (un oncologo e il sottoscritto) e del consulente nominato dal Tribunale stesso, basate sui dati epidemiologici di cui sopra e aveva sancito la relazione causale tra uso di cellulari e cordless e sviluppo di un tumore al nervo trigemino in un dirigente d’azienda. Pertanto, avendo classificato questo caso come dovuto ad una malattia professionale, la Corte aveva condannato l’Ente previdenziale (INAIL) a risarcire all’interessato il danno alla salute per una invalidità dell’80%.

C’è di peggio della telefonia in quanto a inquinamento elettromagnetico?
Nonostante i rischi cancerogeni dovuti ai CEM/ELF (elettrodotti, v. sopra) siano documentati nella letteratura e più volte riconosciuti dalla nostra Magistratura Civile di ogni ordine e grado, è oggi praticamente impossibile quantificare tali rischi non essendo nota la numerosità della popolazione esposta. La telefonia mobile, che conta oggi più di 6 miliardi di contratti per i soli cellulari, una parte consistente dei quali riguarda l’uso da parte dei minori che sono tra i maggiori e i più sensibili utilizzatori, rappresenta senza dubbio il settore più a rischio.

Quali sono le patologie caratteristiche di questo tipo di degrado dell’ambiente?
L’inquinamento da CEM (“elettrosmog”) può procurare oltre ad effetti a lungo termine (cancri e tumori, malattie neurodegenerative, danni genetici e funzionali, p. es. agli spermatozoi di chi tiene il cellulare nella tasca dei pantaloni mentre telefona usando gli auricolari), anche danni alla salute a breve e a medio termine che colpiscono alcuni soggetti particolarmente sensibili, dando luogo a sintomatologie dolorose di vario tipo che caratterizzano una sindrome chiamata “Elettrosensibilità”, (ES).

Ci sono soluzioni medico-scientifiche e o socio-ambientali che è possibile realizzare per ovviare a questi problemi di salute? La medicina ufficiale che posizioni ha in merito?
Le “soluzioni” – se così si possono definire – ai danni a lungo termine provocati dai CEM (tumori, cancri, malattie neurodegenerative) sono quelle tradizionali: terapie farmacologiche e radianti, interventi chirurgici, con le conseguenze ed i limiti che queste hanno. Per la ES non sono state trovate finora soluzioni mediche, ma solo socio-ambientali. Dato che molti elettrosensibili sono costretti a lasciare il lavoro e la casa in cui vivono per rifugiarsi in zone meno inquinate dai CEM, in Svezia, dove la ES è riconosciuta come un “handicap”, chi ne è colpito viene favorito nella ricerca di un lavoro e di una casa alternativi. Inoltre sono state create “aree protette”, per esempio mezzi di trasporto e interi quartieri dove sono vietati l’installazione e l’uso di tecnologie ad alta frequenza (ripetitori, cellulari, WiFi ed altro), e anche vere e proprie “aree di rifugio extraurbane”. Purtroppo la medicina ufficiale è poco informata e poco sensibile a questi problemi, e questo rende molto difficile il riconoscimento e l’assistenza a chi è colpito da ES. Tuttavia da qualche tempo alcuni medici in Italia, Francia e Svezia si dedicano alla diagnosi e alla messa a punto di terapie per chi è affetto da ES.
In conclusione, la soluzione ai problemi sanitari creati dall’inquinamento elettromagnetico richiede:
1) una corretta informazione da parte delle Autorità Sanitarie internazionali e nazionali nonché dei medici di base e di specialisti;
2) una informazione capillare sulla indispensabile adozione di adeguate forme volontarie di autotutela; 3) una significativa riduzione dei limiti di esposizione ai CEM per la popolazione generale, per i minori di età e per i lavoratori;
4) lo smascheramento dei conflitti d’interesse.

Per approfondire
Che cos’è l’Elettrosensibilità (ES)
La Elettrosensibilità (ES) consiste in una varietà di disturbi di carattere generale (debolezza, facile esauribilità, sensazione di freddo, malessere indefinito) e che interessano il sistema nervoso (distonia neurovegetativa, disturbi del sonno, perdita della memoria, difficoltà di concentrazione e di apprendimento, depressione, aumento dei tempi di reazione, stress, neurastenia, ansietà, mali di testa, nausea, vertigini, irritabilità), muscolare (crampi, dolori muscolari, astenia, disturbi motori, tremori, rigidità), cardiovascolare (aritmie, disturbi della pressione arteriosa, vasocostrizione dei capillari, ictus cerebrale, vasolabilità cutanea, flebiti e tromboflebiti, cardiopalma), respiratorio (oppressione toracica, respiro corto o irregolare), ormonale e immunitario (riduzione della sintesi di melatonina e di altri ormoni, reazioni autoimmuni, stress ossidativo, ipertiroidismo), scheletrico (dolori e fragilità articolari, ipersensibilità a innesti metallici e a protesi dentarie, artrosi, dolori reumatici), della sfera sessuale, della riproduzione e della gravidanza (perdita della libido, semisterilità, aborti spontanei, minzione frequente, impotenza), del sistema visivo, acustico, olfattivo, digestivo (ipersensibilità alla luce solare, a suoni e ultrasuoni, disturbi uditivi, problemi gastrointestinali) ecc.
Si tratta di sintomi fastidiosi o dolorosi e di veri e propri stati di malattia che tendono ad aggravarsi e a cronicizzare e che comportano, a volte, compromissione o perdita della capacità lavorativa e, in ogni caso, degrado della qualità della vita. Come avviene per molte reazioni a stimoli ambientali mediate dal sistema immunitario – si pensi ad esempio ai fenomeni respiratori provocati da allergie a particolari antigeni, che risentono molto della diversa sensibilità individuale – anche la ES colpisce una particolare frazione della popolazione, sensibile a livelli di esposizione ai CEM anche estremamente bassi, ai quali la maggioranza della popolazione non reagisce. La ES è una patologia in rapida crescita, come dimostrano i dati raccolti soprattutto nei Paesi del Nord-Europa che da tempo censiscono i soggetti che ne sono affetti: l’aumento della popolazione elettrosensibile è esponenziale essendo passato dallo 0,1% nel 1985 al 5% nel 2000 e al 10% nel 2005, con la previsione di poter raggiungere quasi il 50% nel 2020! Negli ultimi anni si sono accumulate molte evidenze sperimentali a supporto della obiettività delle “malattie da elettrosmog” e delle loro possibili basi molecolari, cellulari e funzionali.

Bibliografia e sitografia
European Environment Agency (2013): “Late lessons from early wornings: science, precaution, innovation” (http://www.eea.europa.eu/publications/late-lessons-2).
Bioinitiative, 2 (2013): “A rationale for a biologically-based exposure standards for low-intensity electromagnetic radiation” (www.bioinitiative.org).
Levis, A.G., Gennaro, V., Garbisa, S. (2012): “Business bias as usual: the case of electromagnetic pollution”; in Elsner, W., Frigato, P., Ramazzotti, P. eds: “Social Costs Today. Institutional Analyses of the Present Crises”. Routledge: Frontiers of Political Economy”; Taylor&Francis Group, London and New York: pp 225-268 (www.routledge.com).
Siti Internet
www.applelettrosmog.it
www.elettrosensibili.it
www.microwavenews.com
www.nextup.org
www.europarl.europa.eu

Abbiamo intervistato Angelo Gino Levis
Nato nel 1937, laureato in Biologia nel 1961, Professore Ordinario di Mutagenesi Ambientale nel 1971, membro della Commissione Tossicologica Nazionale (1977-1989), della Commissione Oncologica Nazionale (2007-2008) e del Comitato Scientifico dell’International Society of Doctors for the Environment (ISDE/Italia 2007-2012). Dal pensionamento (1997) si dedica allo studio e alla divulgazione degli effetti nocivi dei CEM. (www.applelettrosmog.it).

Fonte:

http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/telefoni-cellulari-e-salute.php

Convegno su PATOLOGIE DA CAUSA AMBIENTALE: SENSIBILITA’ CHIMICA MULTIPLA (MCS) ed ELETTROSENSIBILITA’ (EHS) – Lecco, 18 settembre 2015

Servizio della rete televisiva “Teleunica” (http://www.teleunica.tv/) sul Convegno “PATOLOGIE DA CAUSA AMBIENTALE: SENSIBILITA’ CHIMICA MULTIPLA (MCS) ed ELETTROSENSIBILITA’ (dal cellulare al wi-fi) : UNA REALE EMERGENZA SANITARIA”, organizzato dalla Associazione Italiana Elettrosensibili e voluto da una giovane lecchese costretta a vivere reclusa in casa proprio a causa di queste rare malattie, tenutosi venerdì 18 settembre 2015 presso l’Ospedale A. Manzoni di Lecco.

Ne soffre l’1-3% della popolazione: le patologie da causa ambientale come la Sensibilità Chimica Multipla e la Elettrosensibilità rappresentano una vera e propria emergenza sanitaria.

Locandina dell’evento al seguente link:
https://www.elettrosensibili.it/wp-content/uploads/2015/08/locandina_convegno_lecco_2015-page-001.jpg

Da "Il Giornale di Lecco" del 21 settembre 2015.
Da “Il Giornale di Lecco” del 21 settembre 2015.

 

The Screening of Genes Sensitive to Long-Term, Low-Level Microwave Exposure and Bioinformatic Analysis of Potential Correlations to Learning and Memory.

[Questo studio spera di svelare i complessi meccanismi che contribuiscono alle disfunzioni di apprendimento e memoria indotte dalle microonde, attraverso una migliore comprensione delle variazioni di espressione genica nel cervello dei topi esposti alle microonde. Successivamente posteremo altri studi sul topo in vivo, che dimostrano quanto evidenziato a livello genico. Facciamo notare che il Wi-Fi utilizza microonde a 2,45 GHz e, considerati i risultati di questi studi, risulta veramente insensato il suo utilizzo nelle scuole, dove può effettivamente causare un deficit di apprendimento negli studenti.]

pubmed_ncbi

Biomed Environ Sci. 2015 Aug;28(8):558-70. doi: 10.3967/bes2015.080.

By:
Zhao YL1, Li YX1, Ma HB1, Li D2, Li HL3, Jiang R1, Kan GH1, Yang ZZ1, Huang ZX1.

1Astronaut Research and Training Center of China, Beijing 100193, China.
2Beijing Institute of Radiation Medicine, Beijing 100850, China.
3Southern Medical University, Guangzhou 510282, Guangdong, China.

ARTICLE INFO

Article history
Published: August 2015

Keywords
Gene chip
Learning and memory
Long-term
Low-level
Microwave

ABSTRACT

Objective:
To gain a better understanding of gene expression changes in the brain following microwave exposure in mice. This study hopes to reveal mechanisms contributing to microwave-induced learning and memory dysfunction.

Methods:
Mice were exposed to whole body 2100 MHz microwaves with specific absorption rates (SARs) of 0.45 W/kg, 1.8 W/kg, and 3.6 W/kg for 1 hour daily for 8 weeks. Differentially expressing genes in the brains were screened using high-density oligonucleotide arrays, with genes showing more significant differences further confirmed by RT-PCR.

Results:
The gene chip results demonstrated that 41 genes (0.45 W/kg group), 29 genes (1.8 W/kg group), and 219 genes (3.6 W/kg group) were differentially expressed. GO analysis revealed that these differentially expressed genes were primarily involved in metabolic processes, cellular metabolic processes, regulation of biological processes, macromolecular metabolic processes, biosynthetic processes, cellular protein metabolic processes, transport, developmental processes, cellular component organization, etc. KEGG pathway analysis showed that these genes are mainly involved in pathways related to ribosome, Alzheimer’s disease, Parkinson’s disease, long-term potentiation, Huntington’s disease, and Neurotrophin signaling. Construction of a protein interaction network identified several important regulatory genes including synbindin (sbdn), Crystallin (CryaB), PPP1CA, Ywhaq, Psap, Psmb1, Pcbp2, etc., which play important roles in the processes of learning and memorye.

Conclusion:
Long-term, low-level microwave exposure may inhibit learning and memory by affecting protein and energy metabolic processes and signaling pathways relating to neurological functions or diseases.

Fonte:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26383594?dopt=Abstract

ELECTROHYPERSENSITIVITY (EHS): IS IT REAL? DOES IT EXIST?

By Evelyn Savarin
Cellular Phone Task Force

EHS was first identified in the Russian research of 1950s and 60s under the term ‘Microwave syndrome’. The term described a litany of symptoms and illnesses observed in Russian workers occupationally exposed to higher levels of electromagnetic/ microwave radiation. The first of many subsequent critiques and reports on the Russian Studies was the Dodge Report 1969 and later by Glaser, 1971. Their reports documented over 2,300 Russian studies and
references that identified a plethora of symptoms and illnesses ranging from those frequently ascribed to EMF exposure as sleep disorders, headaches, depression, dizziness, nervousness, memory problems, digestion, heart irregularities, tinnitus, to the more obscure, such as trembling eyelids, changes in olfactory sensitivity, loss of hair as well as many bio-chemical
effects. (1,2)

Based on many of those early studies, most East European countries, Russia and China adopted RF emission standards 1,000 to 10,000 times lower than the West. The Eastern Countries believed lower emission thresholds were justified in order to protect the population from the Biological effects that was evidenced in the Eastern research at the time. Meanwhile the West justified their higher RF safety thresholds simply using a safety factor from the physical heating
health effects of RF/microwave emission. According to Western science, physical heating was the only definitive health risk from RF /microwave emission observed in the research up to that time. (3)

Reports generated by Western governments have been critical of the Russian and Eurasian lower Safety standards and the efficacy of their original research. The West’s assessment of the Russian studies did not demonstrate a rationale for the 1,000 times lower Eastern Emission Standards. (4) However a later 1979 more obscure government paper, the McCree Report, did in fact confirm Euro-Soviet research was valid. (5) Despite that confirmation, American and Western countries never found a justification to change to our 1,000 times higher RF emission standards.4Interestingly, while US and other Western countries held dear to the higher emission standards based on the ‘Heating’ of tissue rationale, the US Military at the same time was conveniently looking into offensive RF — electromagnetic weaponry that could disrupt bodily functions and alter behavior at below heating thresholds. (15)
___________________________________________________________________________
In recent years conflicting evidence has pitted Industry against independently-sponsored research as to whether Electrohypersensitivity (EHS) is a real or imagined disorder. In industry-supported research, EHS is considered an idiopathic disorder. Essentially, a series of health complaints looking for a cause. This research conveys the opinion that patients reporting EHS have wrongly associated electromagnetic fields (EMFs) as the cause of their symptoms and disabilities. Instead those scientists subscribe it to psychosomatic reasons. (6)

From a series of provocation studies,industry-supported scientists have come to the conclusion that individuals self reporting EHS cannot detect whether an RF signal is on or off with any degree of accuracy, and do not show any biological differences from non-reporting individuals during exposure. (6) The scientists conducting the studies automatically assumed that to be legitimately designated as electrohypersensitive, self proclaimed EHS patients should show a clear response distinction in those two areas from the non-reporting group.

Much of those provocation studies were heavily funded by Mobile Telephone carriers 7 and led by James Rubin PhD, a psychologist teaching at King’s College in London.(6)

Closer examination on the methodology of these studies shows a disregard for science,
common sense and a clear obfuscation and misinterpretation of the results

Common sense dictates that after prolonged or repeated exposure to a stimulant or depressant the body reduces its initial ability to respond or detect the stimulus in the same original manner., i.e. smoking, alcohol, drugs, smells etc. Instead, with continued and greater exposure, we find the body may begin to adapt, or experience changes and disorders very different and potentially more debilitating to health than the original physical reaction to the exposure, i.e..cirrhoses of the liver, lung cancer, cardiovascular disease, violent behavior, etc.

The Russian studies of the 1960s clearly lay out how the process EHS develops over time. It begins with periods of stimulation and heightened awareness, followed by a period of adaptation and eventually followed by a period of organism decline. However if EMFs are removed during the stages of stimulation and adaptation, the organism can potentially recover from many of the disabling symptoms experienced throughout the exposures. Reintroduction of EMFs and
increasing exposure can often lead to more acute and fatal illnesses. (8)

In a series of provocation studies performed between 2005 and 2009, Langrebe& Frick found EHS individuals were NOT capable of detecting a magnetic stimulating device (on/off), while, in contrast, non-EHS test subjects were able to detect the device emissions with great percent of accuracy. The researchers concluded EHS individuals’ lack of accuracy was probably due to ‘‘dysfunctional cortical process leading to reduced adaption’’. (9) This is an interesting conclusion
which clearly contradicts Dr. Rubins’s original premise that EHS people should theoretically be able to detect the signal/EMF stimulus, while non-EHS individuals should not..

In Dr. Rubin’s review he states that the cause of headaches during a cell phone call is psychological and probably caused by the more neurotic, fearful responses observed in EHS individuals. Then he proceeds to attribute the neurotic behavior to perhaps a lack of sleep, implying that headaches should be symptomatic of EHS reporting individuals, while loss of sleep is NOT related! (6) This is blatant ignorance of EHS science which repeatedly identifies sleep disorders as a primary bioeffect of EMF-RF exposure. (unfortunately this should have some citations but I don’t have time to provide. This piece was part of a larger report I created which had those citations)

A review of the literature of the following four provocation electrohypersensitivity studies, rather than less, one finds more similarity between EHS individuals and non-reporting test subjects exposed to RFs (10,11,12,13)

• Both groups shared sleep problems, headaches, stress related cellular changes, and cognitive performance changes when exposed to cell phone simulation signals.
• The interesting distinction between the two groups is the timing and the magnitude of reactions that was reported and observed by the two groups.

Dr Paul Dart M.D, a distinguished Oregon naturopathic medical physician and author who has treated many EHS individuals in his practice, clearly lays out in a 2013 report the misleading methods and conclusions of industry-funded provocation studies. He does an extensive research review that clearly shows the many biochemical changes experienced by a percentage of population exposed to current levels of RF emissions. (14)

Perhaps the greatest distinction between EHS reporting individuals and the non-reporting group can be summarized by saying that EHS individuals may be more non-conforming as they seek out causes and solutions to their physical problems. Rather than accept the popularly prescribed ways to resolve, suppress or dismiss their physical symptoms, they feel compelled to search deeper and wider into their environment for causes and solutions.

Studies & References on Electrohypersensitivity

1) Dodge, Christopher; “Clinical and Hygenic Aspects of Exposure to Electromagnetic radiation”; Bioscience Division of US Navy, 1969.
http://www.magdahavas.com/wordpress/wp-content/uploads/2010/08/Dodge_1969.pdf

2) Glaser, Zorach R; BIBLIOGPHY OF REPORTED BIOLOGICAL PHENOMENA (‘EFFECTS’) AND CLINICAL MANIFESTATIONS ATTRIBUTED TO MICROWAVE AND RADIO-FREQUENCY RADIATION”; US Naval Medical Institute, Oct 1971
http://www.radiationresearch.org/pdfs/20091016_naval_studies.pdf

3) Cleary, Stephen; “Biological Effectsand Health Implications of Microwave Radiation”; Symposium proceedings Edited by Stephen F. Cleary, Dept of Biophysics, Virginia Commonwealth University, US Dept of Health, Education and Welfare, June 1970. Report documenting the state of the art of international research and controversies on the biologicaleffects of low-intensity microwave emissions.
http://www.magdahavas.com/wordpress/wp-content/uploads/2011/02/Biological_Effects_and_Health_Implications_of_Microwave_Radiation.pdf 

4) Foster, Kenneth R.; “Criteria for EMF Standards Harmonization”; Department of Bioengineering, University of Pennsylvania
http://www.who.int/peh-emf/meetings/day2Varna_Foster.pdf

5) McCree, Donald; “REVIEW OF SOVIET/EASTERN EUROPEAN RESEARCH ON HEALTH ASPECTS OF MICROWAVE RADIATION”; National Institute of Environmental Health Sciences Research Triangle Park, North Carolina;Presented at
the Symposium on the Health Aspects of Nonionizing Radiation heldat the NY Academy of Medicine April 9 and 10, 1979. Published in the Bulletin of the NY Academy of Medicine, Vol. 55, No. 11, December 1979
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1807746/

6) Rubin, G James; “Electrosensitivity: A Case for Caution with Precaution”; King’s College London, Institute of Psychiatry
http://archive.radiationresearch.org/conference/downloads/011555_rubin_extra.pdf

7) International Scientific Conference on EMF and Health, 2011; sponsored by the European Commission’s Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks (SCENIHR), P.4
http://www.elektrosmognews.de/Brussels_2011_EMF_Conference_-_CONFLICTS_OF_INTEREST.pdf#page=4&search=”James Rubin

8) Troyanskiy, M P;“HYGIENIC PROBLEMS OF THE EFFECT OF MICROWAVE, ELECTROMAGNETIC FIELDS ON THE BODY”; Russian-language journal GIGIYENA I SANITARlYA, No 8, 1972, Moscow; translation by Joint Publication Services of the Dept of Commerce
http://www.magdahavas.com/wordpress/wp-content/uploads/2010/10/Russian- HYGIENIC_PROBLEMS_OF_THE_EFFECT_OF_MICROWAVE_ELECTROMAGNETIC_FIELDS_ON_THE_BODY.pdf

9) Shows our inability to distinguish when signals occur may be a result of dysfunctional cortical processes that cannot adapt to on/off situations. Showed more tinnitus (ringing of the ears) from exposure conditions. Langrebe M, Frick U; “ELF exposure to hypersensitive individuals and analysis of hypersensitivity, perception, effects on motor skills, and tinnitus”; Psychiatric University Hospital in Regensburg, Germany 2005- 2009;
http://apps.who.int/peh-emf/research/database/IEEEdatabase/viewstudy.cfm?ID=1434

10) Improved performance on cognitive tasks by EHS as exposure continued. Wiholm, C et al.; “900 (GSM) exposure to humans and analysis of cognitive function (working memory in a virtual water maze)”; WHO Database on Electromagnetic Radiation, ID # 256; Bioelectromagnetics, (2008)
http://apps.who.int/peh-emf/research/database/IEEEdatabase/viewstudy.cfm?ID=256

11) Both groups reported headache symptoms to cell frequency exposure, however it appears the non-EHS group had slightly more reported headaches and lasted longer after exposure turned off. Both groups showed dermatological symptoms when the exposures were on. Hillert L1, Akerstedt T, et al: “The effects of 884 MHz GSM wireless communication signals on headache and other symptoms: an experimental provocation study”; Department of Public Health Sciences, Division of Occupational Medicine, Karolinska Institute, Stockholm, Sweden.; Bioelectromagnetics. 2008 Apr;29(3):185-96.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18044740

12) Both non-EHS group & ES group experienced headaches when phones were turned on, and could detect the signal with the same degree percentage of accuracy. Rubin GJ et al; “Are some people sensitive to mobile phone signals? Within participants double blind randomized provocation study.”;King’s College London, Institute of Psychiatry, Department of Psychological Medicine; BMJ. 2006 Apr 15;332(7546):886-91. Epub 2006 Mar 6.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16520326

13) Similar sleep brain wave disturbances by both hypersensitive and non-EHS group under similar exposure conditions. Slight differences in amount of brain wave changes between groups. Lowden A1, Akerstedt T , Ingre M, Wiholm C, Hillert L, Kuster N, Nilsson JP, Arnetz B ; “Sleep after mobile phone exposure in subjects with mobile phone-related
symptoms.”; Stress Research Institute, Stockholm University, Sweden: Bioelectromagnetics. 2011 Jan;32(1):4-14.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20857453

14) Dart P. MD, Cordes K. MD, Elliott A. ND, Knackstedt J. MD, Morgan J. MD, Wible P. MD, Baker S.; “BIOLOGICAL AND HEALTH EFFECTS OF MICROWAVE RADIOFREQUENCY TRANSMISSIONS: A REVIEW OF THE RESEARCH
LITERATURE “; Report to the Eugene Water and Electric Board, Eugene, Oregon, June 2013
http://skyvisionsolutions.files.wordpress.com/2013/11/paul-dart-md-lead-author-report-to-eweb-june- 2013.pdf
https://skyvisionsolutions.files.wordpress.com/2013/11/dart-presentation.pdf

15) THE ELECTROMAGNETIC SPECTRUM IN LOW-INTENSITY CONFLICT, By Capt Paul E Tyler MC USN; Center for Aerospace Doctrine, Research and Education; Maxwell Air Force Base Alabama
Original Document:
http://www.icomw.org/documents/tyler.pdf
Clearer Version:
http://inpursuitofhappiness.wordpress.com/2011/12/28/low-intensity-conflict-and-moderntechnology/

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EHS Analysis Evelyn Savarin

Electromagnetic hypersensitive Finns: Symptoms, perceived sources and treatments, a questionnaire study

[Interessante studio dal quale emerge che le raccomandazioni ufficiali di trattamento, utilizzo di psicoterapia e farmaci, non sono risultate essere significativamente utili nel migliorare la sintomatologia lamentata dai pazienti, mentre la riduzione o l’evitamento dei campi elettromagnetici (CEM) ha aiutato nel recupero totale o parziale.
Oltre al succitato evitamento dei CEM, i migliori trattamenti per gli Elettrosensibili sono risultati essere: “cambiamento di dieta” (69,4% di risposte positive), “integratori alimentari” (67,8% di risposte positive) e “una maggiore attività fisica” (61,6% di risposte positive).

Si conclude che gli attuali protocolli ufficiali di trattamento dovrebbero tenere maggiormente conto delle esperienze della persona Elettrosensibile, inoltre viene posto l’accento sul fatto che l’evitamento di radiazioni e campi elettromagnetici ha efficacemente rimosso o attenuato i sintomi dei soggetti Elettrosensibili.]


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Pathophysiology xxx (2013) xxx–xxx

By:
M. Hagström, J. Auranen, R. Ekman

Turku University of Applied Sciences/Telecommunication and e-Business/Radio and EMC Laboratory, Joukahaisenkatu 3C, 20520 Turku, Finland

ARTICLE INFO

Article history
Received: 20 December 2012
Received in revised form: 24 February 2013
Accepted: 25 February 2013

Keywords
Electromagnetic hypersensitivity (EHS)
Electromagnetic fields (EMF)
Questionnaire study
Symptoms
Diet
Antioxidants
Supplements
Psychotherapy
Complementary alternative (CAM) therapies

ABSTRACT

The aim was to analyze the subjective experiences of Finns who describe themselves as suffering from electromagnetic hypersensitivity (EHS), their symptoms, self-perceived sources of the health complaints and the effectiveness of medical and complementary alternative therapies. A total of 395 questionnaires were mailed to self-diagnosed EHS persons. Of the participants 345 belonged to a Finnish self-help group and 50 came from outside of the group. The return rate of the study was 52.1% (206) and 80.9% of the respondents were women. Before the onset of EHS the most common health complaints were different types of allergies (35.1%, 68). During the acute phase of EHS the most common symptoms were nervous system related: “stress” (60.3%, 117), “sleeping disorders” (59.3%, 115) and “fatigue” (57.2%, 111). The sources that were most often reported to have triggered EHS were: “personal computers” (50.8%, 94) and “mobile phones” (47.0%, 87). The same devices were also claimed to cause the most symptoms during the acute phase. After the acute phase of EHS had passed, the respondents still claimed to react to these same digital and wireless devices while their reactions to basic electrical appliances were reduced. According to 76% of 157 respondents the reduction or avoidance of electromagnetic fields(EMF) helped in their full or partial recovery. The best treatments for EHS were given as: “dietary change” (69.4%), “nutritional supplements” (67.8%) and “increased physical exercise” (61.6%). The official treatment recommendations of psychotherapy (2.6%) and medication (−4.2%) were not significantly helpful. According to the present results the official treatment protocols should take better account the EHS person’s own experiences. The avoidance of electromagnetic radiation and fields effectively removed or lessened the symptoms in EHS persons.

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Electromagnetic hypersensitive Finns – Symptoms, perceived sources and… – Hagström-et-al-2013

The implications of non-linear biological oscillations on human electrophysiology for electrohypersensitivity (EHS) and multiple chemical sensitivity (MCS)

s00487554
Citation Information: Reviews on Environmental Health. ISSN (Online) 2191-0308, ISSN (Print) 0048-7554,DOI: 10.1515/reveh-2015-0007, September 2015

By:
Cindy Sage1

1Sage Associates, 1396 Danielson Road, Santa Barbara, CA, 93108 USA

ARTICLE INFO

Article history
Received: 6 May 2015
Accepted: 30 July 2015
Published online: 12 September 2015

Keywords
electrobiological rhythms
electrohypersensitivity
homeostasis
multiple chemical sensitivity
neuronal synchrony
voltage-gated calcium ion channel

ABSTRACT

The ‘informational content’ of Earth’s electromagnetic signaling is like a set of operating instructions for human life.
These environmental cues are dynamic and involve exquisitely low inputs (intensities) of critical frequencies with which all life on Earth evolved. Circadian and other temporal biological rhythms depend on these fluctuating electromagnetic inputs to direct gene expression, cell communication and metabolism, neural development, brainwave activity, neural synchrony, a diversity of immune functions, sleep and wake cycles, behavior and cognition. Oscillation is also a universal phenomenon, and biological systems of the heart, brain and gut are dependent on the cooperative actions of cells that function according to principles of non-linear, coupled biological oscillations for their synchrony. They are dependent on exquisitely timed cues from the environment at vanishingly small levels. Altered ‘informational content’ of environmental cues can swamp natural electromagnetic cues and result in dysregulation of normal biological rhythms that direct growth, development, metabolism and repair mechanisms. Pulsed electromagnetic fields (PEMF) and radiofrequency radiation (RFR) can have the devastating biological effects of disrupting homeostasis and desynchronizing normal biological rhythms that maintain health. Non-linear, weak field biological oscillations govern body electrophysiology, organize cell and tissue functions and maintain organ systems. Artificial bioelectrical interference can give false information (disruptive signaling) sufficient to affect critical pacemaker cells (of the heart, gut and brain) and desynchronize functions of these important cells that orchestrate function and maintain health. Chronic physiological stress undermines homeostasis whether it is chemically induced or electromagnetically induced (or both exposures are simultaneous contributors). This can eventually break down adaptive biological responses critical to health maintenance; and resilience can be compromised. Electrohypersensitivity can be caused by successive assaults on human bioelectrochemical dynamics from exogenous electromagnetic fields (EMF) and RFR or a single acute exposure. Once sensitized, further exposures are widely reported to cause reactivity to lower and lower intensities of EMF/RFR, at which point thousand-fold lower levels can cause adverse health impacts to the electrosensitive person. Electrohypersensitivity (EHS) can be a precursor to, or linked with, multiple chemical sensitivity (MCS) based on reports of individuals who first develop one condition, then rapidly develop the other. Similarity of chemical biomarkers is seen in both conditions [histamines, markers of oxidative stress, auto-antibodies, heat shock protein (HSP), melatonin markers and leakage of the blood-brain barrier]. Low intensity pulsed microwave activation of voltage-gated calcium channels (VGCCs) is postulated as a mechanism of action for non-thermal health effects.

Fonte:

http://www.degruyter.com/view/j/reveh.ahead-of-print/reveh-2015-0007/reveh-2015-0007.xml

Electromagnetic hypersensitivity – an increasing challenge to the medical profession.

15 settembre 2015

pubmed_ncbi

By:
Hedendahl L, Carlberg M, Hardell L.

Abstract

BACKGROUND:

In 1970, a report from the former Soviet Union described the “microwave syndrome” among military personnel, working with radio and radar equipment, who showed symptoms that included fatigue, dizziness, headaches, problems with concentration and memory, and sleep disturbances. Similar symptoms were found in the 1980s among Swedes working in front of cathode ray tube monitors, with symptoms such as flushing, burning, and tingling of the skin, especially on the face, but also headaches, dizziness, tiredness, and photosensitivity. The same symptoms are reported in Finns, with electromagnetic hypersensitivity (EHS) being attributed to exposure to electromagnetic fields (EMF). Of special concern is involuntary exposure to radiofrequency (RF)-EMF from different sources. Most people are unaware of this type of exposure, which has no smell, color, or visibility. There is an increasing concern that wireless use of laptops and iPads in Swedish schools, where some have even abandoned textbooks, will exacerbate the exposure to EMF.

METHODS:

We have surveyed the literature on different aspects of EHS and potential adverse health effects of RF-EMF. This is exemplified by case reports from two students and one teacher who developed symptoms of EHS in schools using Wi-Fi.

RESULTS:

In population-based surveys, the prevalence of EHS has ranged from 1.5% in Sweden to 13.3% in Taiwan. Provocation studies on EMF have yielded different results, ranging from where people with EHS cannot discriminate between an active RF signal and placebo, to objectively observed changes following exposure in reactions of the pupil, changes in heart rhythm, damage to erythrocytes, and disturbed glucose metabolism in the brain. The two students and the teacher from the case reports showed similar symptoms, while in school environments, as those mentioned above.

DISCUSSION:

Austria is the only country with a written suggestion to guidelines on the diagnosis and treatment of EMF-related health problems. Apart from this, EHS is not recognized as a specific diagnosis in the rest of the world, and no established treatment exists.

CONCLUSION:

It seems necessary to give an International Classification of Diseases to EHS to get it accepted as EMF-related health problems. The increasing exposure to RF-EMF in schools is of great concern and needs better attention. Longer-term health effects are unknown. Parents, teachers, and school boards have the responsibility to protect children from unnecessary exposure.

Fonte:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26372109