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Scuola digitale, il progetto cresce. Protestano i genitori anti wifi

15 maggio 2016 – “www.quotidianodipuglia.it”/Lecce, di Stefano Martella

Scuola digitale, il progetto cresce. Protestano i genitori anti wifi

Digitalizzare Lecce, digitalizzare le scuole e le nuove generazioni. È stato questo l’obiettivo portante di Code4Lecce Day, incontro tenutosi ieri mattina alle Officine Cantelmo ed evento conclusivo di #HPECode4Lecce, progetto del Comune di Lecce, con l’Assessorato alle Politiche Comunitarie e Assessorato alla Pubblica Istruzione, in collaborazione con HP Enterprise, azienda leader nel settore delle attrezzature informatiche.
Il progetto punta a innovare tutta la filiera educativa: dalla scuola primaria alla formazione professionale, supportando con tecnologie innovative i modelli pedagogici e didattici. Insomma, insegnanti e alunni avranno a che fare sempre di più con una istruzione digitalizzata. Infatti, nell’ambito del progetto, più di mille bambini delle scuole leccesi hanno partecipato ad incontri di coding, ovvero a giochi di programmazione informatica.
Inoltre altri incontri sono stati pensati per formare i docenti su queste nuove tecnologie.

Oltre alla formazione, il progetto prevedeva una fase di vera e propria fornitura accessoria. Per questo sono stati installati 49 hotspotswifi gratuiti sugli istituti scolastici e altri luoghi culturali. Poi, sempre ieri mattina, ai dirigenti scolastici sono stati consegnati centinaia di tablet, robottini elettronici e pc.
In futuro verrà previsto anche il rilascio di 1750 certificazioni digitali, delle quali una prima parte è già stata prenotata dalle scuole per i loro studenti, mentre una seconda sarà destinata a cittadini leccesi. Soddisfazione è stata espressa dal’assessore Alessandro Delli Noci: «Creare una cittadinanza digitale era l’obiettivo iniziale del progetto e certamente abbiamo gettato delle buone basi, con un investimento enorme nella formazione e nelle infrastrutture digitali – afferma l’assessore – Dal binomio innovazione e cultura passa il futuro di questa città e la sua ribalta nazionale ed internazionale. Abbiamo contribuito fattivamente alla formazione di cittadini digitali protagonisti e consapevoli».

Loredana Capone, assessore regionale allo Sviluppo economico, era presente all’incontro ed esprime la sua soddisfazione per il progetto e per la sinergia con cui due enti pubblici hanno collaborato per il territorio: «Formare il cittadino digitale: questo è un compito importantissimo non più rinviabile – commenta Capone -. Perché il mondo cambia rapidamente e i giovani devono essere pronti ad affrontarlo.
Se vorranno creare un’impresa o lavorare come manager, per ogni ruolo sarà indispensabile conoscere queste tecnologie. Ma il circolo virtuoso deve prevedere che anche i servizi siano resi in modo digitale e, quindi,formare le competenze è fondamentale».

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LA CONTESTAZIONE

«Perché irradiamo i nostri bambini se li amiamo?». Era questa la domanda provocatoria che i componenti del Comitato “Lecce Via Cavo” – un collettivo di genitori contrari all’utilizzo della tecnologia wifi nelle scuole – ponevano sopra alcuni volantini che hanno distribuito all’interno delle Officine Cantelmo, mentre sul palco si avvicendavano
gli ospiti. Altri hanno mostrato dei cartelloni di protesta.
L’intento è stato quello di accendere un faro sulla pericolosità delle onde elettromagnetiche sulla popolazione, specialmente quella più piccola.

«Il Comune installa 50 nuove antenne sugli edifici scolastici e promuove la tecnologia wifi anche all’interno
delle scuole, ignorando gli avvertimenti sulla salute provenienti dalla scienza internazionale ed esponendo la popolazione studentesca ad un rischio maggiore di manifestare in età adulta danni neurologici e tumori – dice Fabia del Giudice, rappresentante del comitato -. Particolare attenzione va rivolta ai bambini: i loro corpi sono più piccoli, le ossa del cranio sono più sottili e il loro sistema nervoso è in via di sviluppo. Nel 2014 il dottor Miller, consulente dell’Oms e del National Cancer Institute, ha affermato che le radiazioni wireless, provenienti ad esempio da wifi o tablet, non devono entrare nelle scuole, soprattutto nelle primarie». Sono tanti i motivi che spingono i membri del comitato a manifestare il loro scetticismo sull’utilizzo di questa tecnologia nelle scuole. Non c’è solo il rischio di contrarre tumori, a spaventare sono anche altri disturbi. «Nei bambini l’uso precoce può influire negativamente su attenzione, memoria e sviluppo del linguaggio – continua del Giudice -. Pc e tablet diminuiscono la capacità di leggere e scrivere correttamente. Per l’Accademia degli studi di Francia producono crisi nel ragionamento induttivo. Altri studi hanno evidenziato l’insorgenza di demenza digitale in bambini e adolescenti assidui utilizzatori di apparecchiature elettroniche. Quindi chiediamo che questa tecnologia venga usata con razionalità, soprattutto in luoghi come la scuola».

Fonte:

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