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ELETTROMAGNETISMO: “LIMITI CHE NON TUTELANO”

24 febbraio 2016 – “La Gazzetta del Mezzogiorno – Lecce”

IL COMITATO NON SI ACCONTENTA DELLE ASSICURAZIONI DELL’ARPA.

Elettrosensibili

DOPO I CONTROLLI DELL’ARPA: Fabia Del Giudice, di “Lecce via cavo”, si appella al rispetto del Principio di Precauzione invocato dall’Unione europea.

“In mancanza di certezze sui danni indotti dall’elettrosmog si deve applicare intensamente quel principio di precauzione fortemente invocato dall’Unione europea”.
Fabia Del Giudice, del Comitato “Lecce via cavo”, interviene dopo le rassicurazioni di Arpa Puglia, in seguito ai monitoraggi effettuati in città.

Nessuno sforamento dei limiti di legge, ha fatto sapere Arpa. “Anche se – commenta ora Del Giudice – quei limiti non tutelano la salute dei cittadini”.

E chiarisce perché. “L’esposizione alle radiofrequenze cui siamo quotidianamente esposti – spiega – può causare danni al Dna e indurre l’insorgenza di tumori. Un nuovo fattore di rischio anche per altre patologie, perché interferiscono con il corretto funzionamento del sistema immunitario, endocrino, cardiocircolatorio e nervoso”.

A giudizio della portavoce del comitato, dunque, anche in presenza di campi elettromagnetici entro i limiti va rispettato quel principio generale di precauzione sancito dall’Ue, secondo cui “la mancanza di certezza scientifica non può costituire il pretesto per rinviare l’adozione di misure efficaci per la prevenzione”.

Del Giudice cita in proposito alcune norme già adottate in Italia in ossequio a quel principio.
Tra queste, il decreto 381 del 1998 sulle radiofrequenze e microonde, la legge quadro 36 del 2001 sui campi elettromagnetici, inoltre le leggi regionali (che fissavano valori cautelativi a 0,5 V/m) abrogate dal decreto del presidente del Consiglio dell’8 luglio 2003.

Con tale decreto, spiega l’esperta, sono stati fissati i limiti a 6 V/m, calcolati come media in 6 minuti nei picchi giornalieri alle 13 ed alle 20.

“Ma con la legge 221 del 2012 – aggiunge Fabia Del Giudice – approvata nonostante il parere contrario del Ministero della Salute e del sistema delle Agenzie ambientali, i limiti di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici sono ulteriormente aumentati, perché il valore di 6 V/m viene calcolato come media delle emissioni nell’arco delle 24 ore. I picchi massimi – sottolinea – sono di fatto compensati dai valori minimi delle ore notturne”.

E comunque, “tali valori non forniscono alcun tipo di protezione per esposizioni prolungate né alcuna tutela per i soggetti più a rischio, come i bambini, le donne incinte, gli anziani”.

Del Giudice insiste, ricordando quanto detto da Renzo Tomatis, primo direttore dell’Agenzia europea per la ricerca sul cancro: “Bisogna dare priorità alla salute, al di sopra degli interessi economici”.

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